«Enel investa sul futuro». Sciopero di tutto il gruppo e presidio a Udine

Nell’ambito dell’astensione dal lavoro indetta dalle segreterie nazionali di Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil, anche i circa 300 addetti di Enel in Friuli Venezia Giulia incroceranno le braccia domani per protestare contro la politica del nuovo management, che rischia di dare, sostengono i segretari regionali Andrea Modotto, Paolo Sabadin, Nello Cum, «il colpo di grazia a una delle più importanti aziende del Paese». Previsto anche un presidio regionale, che si terrà dalle 9.30 alle 12 davanti alla sede di Enel distribuzione, in viale Venezia 407 a Udine.

Filctem, Flaei e Uiltec giudicano inadeguato e dannoso il piano industriale dell’azienda, a causa di «carenze negli investimenti, tagli indiscriminati al costo del lavoro, esternalizzazione di attività core e peggioramento delle condizioni di lavoro per i 30 mila dipendenti italiani di Enel». Secondo i sindacati l’azienda vuole esternalizzare attività elettriche affidandole alle imprese appaltatrici, con enormi rischi di ricadute sulla sicurezza del lavoro e un aumento degli incidenti da elettrocuzione. Tra gli obiettivi di Enel, per i sindacati, anche «la modifica dell’orario del lavoro per le realtà operative senza un adeguato piano di assunzioni, la riduzione dello smart working andando a peggiorare i tempi e la qualità della vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori, dopo averlo sostenuto anche nelle sedi istituzionali». Inoltre, aggiungono Modotto, Sabadin e Cum, «gli investimenti per la generazione a livello nazionale si riducono dai 5,5 miliardi a 2,9 miliardi di euro in tre anni, non c’è traccia di investimenti nel settore idroelettrico né sulla geotermia, si pretende di vendere prodotti di mobilità elettrica, impianti tecnologici, contratti di luce, gas e fibra telefonica negli Spazi Enel senza un adeguato numero di personale». Tra gli altri problemi che attendono invano risposte, per i sindacati, anche la carenza di manutenzioni delle sedi, specialmente nelle realtà territoriali.

«Non scioperiamo per rivendicare aumenti salariali – spiegano i segretari regionali – ma perché siamo preoccupati per la direzione che sta prendendo l’azienda. Enel pare intenzionata a indietreggiare, tornare al passato, anziché guardare al futuro. Non sembra avere nessun piano industriale di sviluppo e creazione di valore, nessuna idea su come affrontare il superamento del fossile e la messa a terra delle nuove tecnologie green. Non può essere la finanza a dettare le strategie operative di Enel, ma la responsabile direzione di un grande player nazionale con la mission vera di erogare un servizio di pubblica utilità per i cittadini. Mai come adesso, il malcontento e la preoccupazione sono diffusi in tutte le società del gruppo e coinvolgono operai, impiegati e quadri».