Riforma sanitaria, esistono criticità da risolvere

Sì all’impianto generale della riforma e ai suoi principi cardine. Ma esistono criticità da risolvere: su tutte l’articolo 45, che slega dal fabbisogno del territorio l’autorizzazione di nuove strutture sanitarie private, e il dietrofront della Giunta nei confronti dei medici di base, contrari alle innovazioni che avrebbero dovuto garantire, a regime, l’apertura di 12 ore al giorno degli ambulatori. Questa la posizione ribadita dalla Cgil Fvg, con la responsabile welfare Orietta Olivo, nel corso dell’audizione di oggi davanti alla Terza Commissione.
«L’impostazione del disegno di legge della Giunta – spiega Olivo – resta nettamente più convincente rispetto alle altre due proposte in campo, che ripropongono una rigida distinzione tra ospedale e territorio. Porre l’intero sistema sotto la regia della stessa azienda rappresenta il modo migliore per garantire la continuità assistenziale agli utenti: è proprio in quest’ottica che vorremmo garanzie più precise sulle risorse da garantire al territorio e atti concreti sull’eliminazione dei doppioni che minano la sostenibilità economica del sistema».
Secondo la Cgil, però, il confronto con le categorie ha modificato in peggio il testo iniziale della Giunta: «Se comprendiamo la gradualità che si è messa in campo per i pronto soccorso di alcuni piccoli ospedali – dichiara Olivo – non condividiamo assolutamente il guanto di velluto che si è deciso di utilizzare nei confronti dei medici di medicina generale, trattamento che non si è usato nei confronti dei lavoratori, visto che nel giro di un anno sono stati tagliati 274 posti. Si sono usati due pesi e due misure, e questo è inaccettabile: la categoria dei medici di base, se davvero vuole essere tra i protagonisti della riforma, deve mettersi in gioco in modo funzionale al sistema».
La Giunta non ha invece apportato modifiche all’articolo 45, nonostante la contrarietà già espressa dai sindacati, e dalla Cgil in particolare, contro la liberalizzazione delle aperture di nuove strutture private. «Il Fvg – commenta in proposito la Cgil – ha sempre vantato una sanità di buon livello con una modesta presenza del privato: Speriamo che questo governo regionale non sia il fautore di un cambio di rotta».