La crisi in Fvg: oltre 11.000 i lavoratori coinvolti da cassa integrazione

«Crediamo che questo sciopero avrà successo anche in questa regione, perché esiste un malcontento diffuso nei confronti del Governo e delle misure anticrisi, largamente inadeguate rispetto alla portata dei problemi». Ad affermarlo è il segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia Franco Belci, convinto che lo sciopero di venerdì, oltre a una massiccia adesione di lavoratori, vedrà anche una forte partecipazione di giovani e studenti alle quattro manifestazioni in programma in regione. «La protesta non riguarda soltanto il pacchetto anticrisi – spiega Belci – ma anche il dilagare della precarietà sul mercato del lavoro e i tagli alla scuola, all’università e alla ricerca».
Tra le ragioni dello sciopero la crescente preoccupazione per le ripercussioni occupazionali di una crisi che in regione, secondo i dati raccolti dalla Cgil, coinvolge oltre 11.600 lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali: 10.600 quelli coinvolti da richieste di cassa integrazione ordinaria, più1.000 quelli in cassa integrazione straordinaria o in mobilità. A questi vanno aggiunti i posti a rischio nell’ambito del lavoro atipico e dei contratti a termine, che secondo le stime delle varie categorie sindacali si attestano attorno a quota 8.000. «Davanti alle dimensioni della crisi – commenta Belci – è evidente che le risorse stanziate dal Governo sull’estensione degli ammortizzatori sono insufficienti. Così com’è uinsufficente il sostegno ai redditi più bassi, affidato a misure una-tantum e a un provvedimento come la social-card, molto compliato nell’applicazione e discutibile sul piano etico. Complessivamente la portata della manovra corrisponde allo 0,3% del Pil nel 2009, contro la quota dell’1,5% necessaria secondo la Cgil. Il Governo ha messo in campo 6 miliardi, noi ne chiedevamo 18: da coprire attraverso la lotta all’evasione e la tassazione delle rendite finanziarie, ma anche facendo ricorso a quel maggiore indebitamento consentito dai nuovi parametri dell’Ue e dal calo degli interessi su Bot e Cct».
Queste le ragioni «di merito» alla base dello sciopero. «Sappiamo che Cisl e Uil, anche a livello regionale, hanno definito questo sciopero un errore. Però dovrebbero spiegare perché loro hanno deciso di non scioperare, dal momento che anche loro giudicano insufficienti le misure varate dal Governo», commnta Belci. Che però giudica positivamente lo stato di salute dei rapporti unitari a livello regionale: «Nel confronto con l’amministrazione regionale abbiamo costruito posizioni condivise, che saranno anche espresse in un imminente comunicato unitario sulla finanziaria 2009». Tra i punti critici nei rapporti con la Giunta, Belci cita la cancellazione del reddito di cittadinanza, la mancanza di nuovi interventi mirati sul versante delle politiche attive del lavoro e le misure discriminatorie nei confronti degli immigrati. «Misure legate alle posizioni oltranziste della Lega – conclude il segretario – ma che rischiano di segnare negativamente le scelte dell’intera maggioranza».