La Cgil: un nuovo patto sociale per superare la crisi

«In uno scenario tornato di profonda crisi, è determinante riprendere il filo di un confronto permanente tra istituzioni, imprese e sindacato. La Giunta Tondo ha fatto l’esatto contrario, illudendosi che fosse sufficiente tamponare le emergenze occupazionali per risolvere i problemi. E anche la Confindustria regionale, dopo aver costruito assieme a Cgil, Cisl e Uil una proposta per indicare prospettive di sviluppo sorrette da idee e proposte, si è adattata all’impostazione della Giunta, rinunciando a qualsiasi forma di interlocuzione critica. Da parte nostra ci aspettiamo che tutti, a partire dai candidati e dai partiti in corsa per guidare il Fvg nella prossima legislatura, condividano la necessità di recuperare un ruolo attivo della Regione nei processi di programmazione, se non altro perché i tagli di 1 miliardo da parte del Governo obbligherà a riscrivere non solo a riscrivere il bilancio, ma anche il “patto sociale” sul quale si è retta per anni questa regione». Questo l’appello lanciato dal segretario generale della Cgil Fvg Franco Belci, nel corso di un convegno sulla crisi dell’industria tenutosi a Pordenone, alla presenza della segretaria confederale Elena Lattuada, dei segretari delle quattro camere del lavoro regionali e delle principali categorie dell’industria.
Oltre a toccare i principali punti di crisi aperti nel manifatturiero, il segretario si è soffermato sui dati relativi all’economia e al mercato del lavoro, illustrati dalla relazione tecnica di Alessandro Russo, ricercatore dell’Ires Fvg. «I numeri – ha detto Belci – confermano il riacutizzarsi di una crisi che ha portato per la prima volta la disoccupazione alle soglie del 7%, oltrea determinare un forte aumento degli “scoraggiati”, cioè di chi rinuncia a cercare lavoro, soprattutto tra le donne e i giovani. Se in un anno i disoccupati sono saliti di 12.400 unità, infatti, i posti di lavoro persi sono 15.700». A preoccupare anche il nuovo aumento della cassa integrazione, con 16,7 milioni diore autorizzate nei primi 9 mesi del 2012 (+4%), e l’impennata della mobilità, con 4.600 ingressi nel primo semestre, quasi mille in più del 2011. Nemmeno dall’export arrivano notizie positive, visto che il Fvg, contrariamente a gran parte delle altre regioni, deve ancora recuperare i livelli del 2008.
Adeguamento della legge Bertossi alle nuove esigenze imposte dalla crisi, riordino delle finanziarie regionali e delle loro mission per potenziare il credito alle imprese, un nuovo piano energetico per affrontare i temi delle rinnovabili e delle grandi infrastrutture, un piano straordinario di investimenti per l’edilizia scolastica. Questo l’elenco di priorità che Belci presenta alla regione, «perché la copertura degli ammortizzatori sociali è necessaria, anzi indispensabile, ma non sufficiente». Quanto ai rapporti con le imprese, per il segretario «è semplicemente ridicolo, oltre che inaccettabile, pensare che la produttività si aumenti lavorando di più a parità di salario, visti i livelli di utilizzo della cassa integrazione».

La Cgil considera pertanto intoccabile la funzione di difesa del potere d’acquisto svolta dal contratto nazionale. «Per questo – ha aggiunto il segretario – si deve procedere alla rapida conclusione dei rinnovi contrattuali nei quali devono essere definite le materie demandate alla contrattazione di secondo livello, con gli eventuali temi legati al recupero di efficienza e produttività». Temi, questi, al centro di un avviso comune firmato da industriali e sindacati proprio a Pordenone. Un accordo, quest’ultimo, che secondo Belci evidenzia un buon sistema di relazioni sindacali e una disponibilità unitaria «che mi auguro possa valere in tutte le situazioni e in tutti i settori».