Fincantieri, aprire un confronto serio sul piano industriale

Leggendo qualche dichiarazione di questi giorni, sembra quasi che i problemi di Fincantieri siano risolvibili diminuendo il tasso di assenteismo, con riferimento soprattutto al cantiere di Monfalcone. Mi sembra davvero un’analisi semplicistica e ingenerosa. Primo, perché le motivazioni della ristrutturazione proposta nel piano sono legate essenzialmente alla crisi e al calo delle commesse. Secondo, perché il giudizio finisce per colpire tutti i lavoratori creando inutili tensioni. E allora si dovrebbe cominciare dal lato opposto del problema, ricordando che il lavoro in cantiere è duro e pericoloso, se è vero che vi sono stati, negli ultimi quattro anni, tre morti e un ferito grave. E che si svolge in condizioni spesso proibitive, al freddo d’inverno e al caldo d’estate (le navi non si costruiscono al coperto), tali da esporre oggettivamente a maggior rischio di malattia.
In ogni caso, la Cgil non ha mai difeso gli assenteisti, non si è mai opposta e non si opporrà a provvedimenti assunti in situazioni conclamate. Non può però accettare che l’accusa sia mossa alla rinfusa, finendo per colpire, nella genericità della formulazione, l’insieme dei lavoratori in un momento di grande tensione e preoccupazione. Chiediamo perciò all’amministratore delegato di aprire quanto prima un confronto serio col sindacato sul piano industriale del gruppo nel suo complesso e, all’interno di esso, verificare le situazioni e assumere ogni iniziativa opportuna. Perché su una cosa siamo d’accordo: non sono più concesse fughe dalle responsabilità.
Franco Belci, segretario generale Cgil FVG