Comparto, riaprire subito il tavolo sul contratto

«C’erano evidenti aspetti di incostituzionalità che riguardavano l’intero impianto della legge». La segretaria regionale della Funzione pubblica Cgil Mafalda Ferletti commenta così l’impugnazione della manovra estiva da parte del Governo, che ha respinto al mittente anche gli articoli relativi al contratto del comparto unico. Una scelta, quella dell’esecutivo nazionale, che per la Cgil è una conseguenza inevitabile delle scelte di Giunta e del Consiglio regionale. «A questo punto – commenta ancora Ferletti – l’unica cosa da fare è prendere atto della bocciatura e riaprire prontamente il tavolo del contratto. Un contratto che deve essere chiuso nella sua giusta sede, quella della trattativa, e non attraverso scorciatoie legislative».
Sulla stessa linea il segretario generale della Cgil Fvg Franco Belci. «La contrattazione – dichiara – deve ora ripartire nel reciproco rispetto, in modo corretto e trasparente. La Cgil, da parte sua, non si sottrarrà alla ricerca di soluzioni condivise».
Quanto all’impugnazione, secondo Belci «è una vittoria del sindacato, che ha lottato per il rispetto delle regole contro una Giunta che invece le ha sovvertite, usando la legge come un manganello». Belci, poi, ricorda che gli articoli eccepiti sono proprio quelli contrastate dalla Cgil e dagli altri sindacati che si erano battuti contro il provvedimento, «come le norme ad personam, gli inquadramenti privilegiati e gli aumenti  decisi in assenza di accordo contrattuale».
«Il Governo – sostiene ancora il leader della cgil regionale – ha richiamato la Giunta al rispetto della procedura, che non è quella legislativa ma quella contrattuale, ristabilendo il ruolo e la pari dignità delle parti: rilievo più pesante non potrebbe essere fatto a un pubblico amministratore». Una bocciatura che per il segretario Cgil segna la sconfitta totale della linea Garlatti: «L’assessore – conclude Belci – ne dovrebbe trarre le conseguenze, visto che da tecnico è stato il principale fautore della forzatura legislativa, giocandosi la propria credibilità ed esponendo la Giunta ed il Presidente ad una ben magra figura».