Lotta al caporalato, premio alla sindacalista Flai Pashmeen Kaur
L’impegno professionale e civile, la passione per il proprio lavoro e il coraggio come antidoto e anticorpo alle ingiustizie, ai soprusi, alla prepotenza della criminalità. Sono i valori alla base del premio Pio La Torre, intitolato alla memoria del sindacalista e deputato siciliano ucciso nel 1982 dalla mafia e assegnato ogni anno a pubblici amministratori, sindacalisti e giornalisti che si siano distinti nelle battaglie sul fronte della lotta all’illegalità. Tra i riconoscimenti tributati in occasione dell’8a edizione del premio c’è anche quello alla sindacalista della Flai-Cgil Pashmeen Kaur, scelta per l’importante ruolo svolto nell’ambito della vertenza condotta contro il caporalato in agricoltura in provincia di Pordenone. Vertenza che, come si ricorderà, ha portato al rinvio a giudizio di due caporali ma anche a un primo, concreto risultato per quasi cinquanta lavoratori, in gran parte pakistani, che su iniziativa della Flai Pordenone hanno ottenuto il permesso di soggiorno per i pesantissimi casi di sfruttamento di cui sono stati vittime.
I premi sono stati assegnati questa mattina a Bologna nell’ambito del convegno dal titolo “La legge è ancora uguale per tutti”, organizzato nel 42° anniversario dell’omicidio di La Torre su iniziativa della Cgil e dell’università. Concluso dal segretario generale Maurizio Landini, l’evento ha visto intervenire, tra gli altri, l’ex presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi e il presidente dell’Associazione nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia. Presenti anche, con la segretaria generale Alessandra Costante e il presidente Roberto Montà, i vertici della Federazione nazionale della stampa (Fnsi) e di Avviso Pubblico, promotori del Premio La Torre a fianco della Cgil.
«Il premio assegnato a Pashmeen Kaur – dichiara Daniela Duz, responsabile delle politiche migratorie nell’ambito della segreteria regionale Cgil – è un riconoscimento al grande lavoro fatto da lei e da tutta la Flai Cgil di Pordenone, con il pieno sostegno e supporto della Camera del lavoro, nel contrasto e nella lotta al caporalato. Grazie al coraggio dei cinquanta lavoratori che hanno saputo ribellarsi ai caporali e all’impegno del sindacato è stata portata avanti una vertenza apripista a livello nazionale: per la prima volta, infatti, a un gruppo di lavoratori stranieri è stato riconosciuto il permesso di soggiorno in virtù dello sfruttamento patito. Valorizzare e incoraggiare buone prassi come questa è un preciso impegno anche per la Cgil Fvg, che lo sta sostenendo attraverso il Coordinamento regionale delle Politiche Migratorie, con il preciso intento di combattere l’illegalità e di sostenere tutti i lavoratori, a partire dai migranti, più esposti allo sfruttamento, nella loro lotta per ottenere condizioni di lavoro e di vita che garantiscano il pieno rispetto dei diritti e della dignità delle persone».