Conservare la memoria del lavoro. Online l’archivio Parenzan
La memoria del lavoro isontino in un archivio di volantini, immagini, manifesti, verbali di assemblee, annunci di scioperi e mobilitazioni. In tutto 230 mila documenti, di cui 28 mila fotografie, quasi un migliaio di manifesti, oltre a libri, video, testi di discorsi e interventi, rassegne stampa. È il patrimonio custodito e classificato nell’Archivio storico del lavoro Sergio Parenzan, che la Cgil isontina ha recentemente trasferito dalla sua sede provinciale di via Pacinotti a via Ponchielli 4. Un archivio unico nel suo genere, quantomeno in Friuli Venezia Giulia, che la Cgil, grazie all’impegno della sua struttura e dei suoi volontari, può mettere a disposizione di cittadini, ricercatori, giornalisti, storici, con un catalogo, interamente digitalizzato, che spazia dal 1944 fino ai giorni nostri ed è consultabile online sul sito internet archiviolavoroparenzan.it.

Monfalcone, 1° settembre 1982: ieri come oggi, lavoratori in piazza per la Palestina
(nell’immagine di copertina, invece, un momento del Primo Maggio 1980)
Ufficialmente riconosciuto dal ministero della Cultura come bene da tutelare (2011), l’archivio è nato dalla passione e dall’impegno volontario di due figure di spicco del sindacato isontino, Renato Papais e Sergio Parenzan. Entrambi con un passato di cantierini e di militanti nella Resistenza, prima di divenire per decenni dirigenti della Fiom e della Cgil, furono i primi a intuire l’importanza di conservare la memoria delle vicende del mondo del lavoro e del sindacato. Iniziarono così a raccogliere e conservare accordi, documenti, immagini, coinvolgendo da subito anche l’allora segretaria dei tessili Maria Selli e Fulvio Bergomas, segretario generale della Cgil isontina a cavallo degli anni ’50 e ’60. Inizialmente raccolto negli scantinati della storica sede di via 25 Aprile, dopo il trasferimento della Cgil nell’attuale sede di via Pacinotti l’archivio venne ufficialmente inaugurato nel 2025 e dedicato a Parenzan, nel frattempo scomparso.
Un ruolo fondamentale nella classificazione del materiale, nella digitalizzazione di parte documenti e nella costruzione del catalogo è stato svolto da Lucio Tori, un attivista recentemente scomparso che ha dedicato all’archivio anni di impegno volontario. Il lavoro di raccolta e catalogazione ovviamente prosegue, sfruttando da un lato le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, dall’altro i nuovi spazi di via Ponchielli, dove l’archivio ha trovato una collocazione autonoma dalla scorsa primavera. Ultimo fondamentale passo del percorso di condivisione dell’archivio la creazione del sito internet, per rendere accessibile a tutti il catalogo (per la consultazione dei documenti è necessario invece visitare la sede o contattare l’archivio).
«Ogni immagine e ogni documento – spiega il segretario generale della Cgil Gorizia Andrea De Luca – racconta storie individuali e collettive delle persone che hanno plasmato e continuano a plasmare l’identità di queste terre. Da qui un impegno di documentazione e testimonianza che prosegue, per mantenere viva una memoria che connetta le lotte e le conquiste del passato con le domande del presente, offrendo spunti di lettura per capire il futuro».
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