Rispetto per chi manifesta
Il presidente della Regione attribuisce al nostro sindacato l’organizzazione di iniziative segnate da episodi di disordine pubblico e da cori antisemiti. Non sappiamo da quali fonti abbia appreso tale episodi, che non ci risultano essere stati segnalati né dai media né dalle istituzioni preposte.
Le nostre manifestazioni sono state ovunque pacifiche. Quanto all’accusa di antisemitismo, forse il presidente lo confonde con l’espressione dello sdegno di chi dice basta a una guerra che ha provocato già decine di migliaia di vittime, nella stragrande maggioranza civili, condannando in tal modo le sacrosante ragioni delle migliaia di persone che hanno democraticamente manifestato, in Friuli Venezia Giulia come altrove, con una nota aggiuntiva di biasimo per gli insegnanti e i genitori che venerdì hanno deciso di partecipare con i loro figli alle manifestazioni organizzate a sostegno dello sciopero generale.
Ci permettiamo di ricordare al Presidente che la nostra organizzazione da sempre ha garantito il rispetto delle leggi, sempre più restrittive dall’introduzione del Decreto Sicurezza, nell’esercizio del diritto allo sciopero e a manifestare. Abbiamo sempre promosso e assicurato la partecipazione pacifica e democratica, nel solco dei nostri valori repubblicani. Abbiamo sempre condannato noi stessi per primi gli isolati episodi da natura violenta riconducibili a singoli individui.
Il Presidente non utilizzi lo strumento della delegittimazione per perseguire scopi elettoralistici, ma provi a raccogliere quello che dalle piazze è emerso con forza: il senso di frustrazione di tante lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati e moltissimi giovani di fronte al genocidio perpetrato a Gaza dal governo israeliano; l’avvilimento collettivo di fronte all’immobilismo europeo e del nostro Paese rispetto a questi fatti; un forte sentimento di vicinanza ai volontari della Flotilla in missione umanitaria.
Lo scopo della politica – ed è questa la sfida che lo sciopero di venerdì ha rilanciato – è quello di adoperarsi per trovare le soluzioni rispetto a scenari oggettivamente complicati, ma certamente non conformi alle regole del diritto internazionale che, in virtù dei principi costituzionali, siamo chiamati a osservare e a far rispettare. Il Presidente dice che nelle piazze si è superato ogni limite: se sono bastati pochi e isolati episodi di violenza, ci chiediamo quale limite di morte e distruzione debba superare Israele prima che chi governa questa Regione e il Paese riesca a muovere un passo concreto per chiedere di fermare le armi e di iniziare un vero processo di pace tra Israele e Palestina, basato sul principio due popoli, due Stati. Un passo, questo, necessario non soltanto a garantire con la massima urgenza il cessate il fuoco e la salvaguardia del popolo palestinese con l’apertura di corridoi umanitari, ma anche a scongiurare il crescente sentimento antisemita in Europa cui, al contrario delle accuse del Presidente, guardiamo con preoccupazione e che contrastiamo con tutte le parole d’ordine della nostra organizzazione.
Michele Piga, segretario generale Cgil Fvg
