Università, la Regione intervenga per fermare il declino

La notizia che le università di Udine e Trieste non saranno in grado di effettuare assunzioni o consentire progressioni di carriera nel 2011 è un pesante ostacolo allo sviluppo del sistema di alta formazione nel Friuli Venezia Giulia. Se all’impossibilità di assumere docenti, giovani ricercatori e amministrativi si collega il fatto che i due atenei sono gli unici del Nord a trovarsi in queste condizioni – con quelli di Modena e Reggio Emilia – emerge la necessità di avviare urgentemente una riflessione sul futuro.
È proprio dalla constatazione degli effetti prodotti dai tagli di risorse imposti dall’attuale Governo che si evince la necessità di intervenire sullo stato delle cose per evitare di assistere ad un lento declino dell’assetto universitario regionale. Pertanto come Flc Cgil condividiamo l’iniziativa con cui i due rettori hanno chiesto un incontro urgente con il ministro Gelmini e che allo stesso abbiano invitato il Presidente Tondo.
Il continuo impegno per un miglioramento delle condizioni finanziarie ed organizzative attuato dai due organismi universitari non è risultato sufficiente a recuperare i danni portati al sistema della conoscenza dalla legislazione che porta il nome dell’attuale ministro, aspetto più volte sottolineato dalla Flc Cgil, che ha rilevato quanto fossero limitati i margini di intervento basati sui soli aspetti organizzativi relativi al personale, mentre risultava indispensabile una strategia in grado di leggere l’insieme degli assetti per proiettarli in una prospettiva di sistema regionale. 
A questo punto riecheggiano ironicamente profetici gli inviti, che la Flc rivolgeva pochi mesi fa al Consiglio regionale, a ragionare con minor fretta e con maggior ponderazione su quale dovrebbe essere il rapporto tra la comunità regionale e le strutture universitarie presenti e, quindi, a costruire una vera politica  sull’università da parte della Regione autonoma. Si è voluto invece chiudere in fretta e malamente un momento (la legge sul sistema universitario regionale) che poteva diventare  l’avvio di una reale sinergia e portatore di nuove risorse, come accaduto in simili occasioni in diverse altre regioni italiane (Marche, Lombardia, Campania, Puglia, Umbria, Piemonte per citare le più recenti).
Ora l’amministrazione regionale non può chiamarsi fuori dall’avviare un ragionamento programmatico sul ruolo delle università regionali e deve intervenire presso il Governo centrale per trovare i modi e i tempi per evitare che la nostra regione non diventi, sotto l’aspetto dell’alta formazione e della ricerca, una periferia del Paese. Al contempo le due università devono riflettere sulla utilità di una contrapposizione come quella portata avanti finora.
Natalino Giacomini e Sergio Zilli, Flc-Cgil Fvg