Superporto, il dietrofront di Unicredit era prevedibile

È davvero una decisone grave quella di Unicredit di sospendere il convegno previsto per venerdì a Trieste sul progetto del megaporto. Uno sgarbo istituzionale soprattutto ai due esponenti del Governo sloveno che erano stati invitati, oltre che ai ministri Frattini e Matteoli, che dovevano essere tra i relatori.
Si tratta di una reazione alla decisione del Governo di dirottare su Venezia 400 milioni e di riservarne solo 90 per i dragaggi di Portorosega, a fronte di un project financing di 750 milioni, ma questo intoppo non stupisce troppo. Il Governo da tempo non sembrava troppo convinto, tanto che la presentazione del progetto era stata rinviata tre volte. E il ministro Matteoli, il 3 ottobre, aveva esplicitamente espresso il proprio sostegno alla candidatura avanzata dal presidente dell’Authority veneziana Paolo Costa, sottolineando come quel progetto non comportasse alcuna spesa per le casse pubbliche. A una precisa domanda sul superporto Trieste-Monfalcone, Matteoli aveva invece risposto che per la sua realizzazione c’erano seri problemi di logistica, che evidentemente il Governo non aveva alcuna intenzione di risolvere.

Se il 15 dicembre  scorso il Governo si era comunque impegnato a portare l’intesa Stato-Regione sul superporto nella successiva seduta del Consiglio dei Ministri, ieri il consigliere economico del ministro Frattini  ha dato un’ulteriore conferma del disimpegno, sostenendo che il Governo «non è sicuro di essere pronto per il progetto». E la Regione ? Come troppo spesso ha fatto, si è rivelata – a dispetto dell’intraprendenza finora dimostrata dall’assessore Riccardi – un soggetto passivo, confidando esclusivamente sull’allineamento dei pianeti. Ma non aveva previsto l’eclissi.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg