Sos sicurezza, al via il progetto

Entra nel vivo il progetto Sos – Specifico Obiettivo Sicurezza, promosso da Fondimpresa e gestito da Formindustria, in associazione temporanea d’impresa con Ial, Ires, Enfap del Friuli Venezia Giulia. Un progetto da 200mila euro (dei 3 milioni disponibili a livello nazionale) per diffondere la cultura della sicurezza in regione, attraverso azioni concrete di promozione, assistenza e formazione e con l’obiettivo di coinvolgere almeno 1.000 lavoratori e le aziende di tutto il territorio. Nato per effetto di un bando di gara indetto da Fondimpresa e su sollecitazione di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia, oggi Sos si appresta a muovere i primi, importanti passi. A descrivere il progetto è Elena Clari (Formindustria), responsabile del progetto.
Come si articola il progetto?
“Il progetto con il quale ci siamo aggiudicati l’appalto, prevede 7 diversi interventi, che vanno a soddisfare le tre diverse tipologie di servizi previste dal bando: la promozione, l’assistenza e l’informazione/formazione, assist sui quali si concentra la diffusione della cultura della sicurezza e delle best practices in questo settore”.
In particolare, sotto il profilo della promozione quali sono le azioni che state mettendo in campo?
“Oltre a contribuire al miglioramento e ad avvalerci per la comunicazione delle nostre varie iniziative del sito esistente www.sicurezzalavoro.fvg.it, replicheremo la best practice già sperimentata del Safety Cafè, ovvero di gazebo attraverso i quali sensibilizzare e diffondere informazioni al maggior numero di persone possibile. A questo proposito, prevediamo 4 uscite in azienda (3 volte in ogni realtà per 2 ore l’una) accanto ad un evento pubblico. Abbiamo già delle prenotazioni, ma le aziende interessate possono ancora candidarsi ad ospitare l’iniziativa. Tuttavia, la promozione che noi intendiamo, passa anche attraverso una stretta collaborazione con i canali di diffusione sia di Confindustria che dei sindacati”.
Quanto, invece, al servizio di assistenza, che interesserà con strumenti diversi le grandi e piccole aziende?
“Forniremo consulenza e check up alle aziende con meno di 50 dipendenti, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sul sistema di sicurezza interno ed approntare i necessari interventi. L’iniziativa si rivolge a una ventina di aziende (per 8 ore ciascuna), che potranno chiedere l’attivazione di questo servizio gratuito. Naturalmente si tratta di un primo passo, per rilevare eventuali criticità ed individuare interventi di massima”.
Sono previste anche iniziative più specifiche?
“Sì, sperimenteremo un’attività di formazione attiva in azienda, che coinvolgerà i vari ruoli della sicurezza, dai dirigenti, ai responsabili Rspp e Aspp, ai capi reparto al fine di ri-analizzare, aggiornare e migliorare il sistema di gestione della sicurezza e migliorare le procedure di prevenzione già presenti. Si tratta di una sperimentazione che riguarderà soprattutto le aziende più strutturate. A questo proposito alcune aziende sono già state individuate, ma c’è ancora spazio per una che voglia candidarsi”.
Questo per le aziende e per i lavoratori direttamente?
“Per i rappresentati dei lavoratori abbiamo previsto un’iniziativa ad hoc, ovvero un’attività di consulenza a sportello o attraverso incontri di gruppo, al di fuori della formazione obbligatoria”.
La formazione, cuore del progetto…
“La formazione effettivamente costituisce la parte principale del nostro progetto: formazione di base, per 4 ore per i lavoratori di produzione. Va specificato, poi, che la priorità andrà data ai neoassunti, ai lavoratori delle ditte che agiscono in appalto per quelle più grandi e lavoratori in cig. Lo scopo è quello di sensibilizzarli sui rischi trasversali, se lavoratori di diverse aziende, o sui rischi specifici di funzione all’interno della singola impresa quando si possono riunire i lavoratori per tipologia di attività. Contiamo di avviare 80 incontri che coinvolgano per i primi 10 mesi del progetto mille lavoratori”.
In generale, cosa vi proponete?
“Di coinvolgere i lavoratori, le aziende e gli addetti ai cicli produttivi sottoposti a una maggiore percentuale di rischio di tutti i territori; di favorire un approccio che faciliti, sotto il profilo della sicurezza, le relazioni tra le aziende e le istituzioni e gli enti competenti in materia”.
Qual è l’essenza del progetto?
“La bilateralità tra le parti sociali, per coinvolgere tutto il territorio e promuovere la cultura della prevenzione”.
In tema di cultura della sicurezza, a che punto siamo?
“Si stanno realizzando tante iniziative, esistono comitati, si compiono sforzi importanti, ma sicuramente la sicurezza c’è ed agisce se ogni individuo ed ogni azienda la percepisce come una questione fondamentale e non come un peso. Al netto dell’errore umano che può sempre verificarsi, dunque, occorre spendersi per ridurre al minimo i rischi e radicare la consapevolezza che lavorare in sicurezza salva la vita. Questa è la scommessa di Sos”.
(Mariateresa Bazzaro)