Sanità privata, i sindacati proclamano lo sciopero nazionale

Sale la tensione nella sanità privata e i sindacati scendono sul
piede di guerra proclamando lo sciopero. In una nota unitaria, i
sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno deciso infatti di
proclamare lo sciopero nazionale di tutte le strutture Aris e Aiop
dopo la mancata ratifica del contratto della Sanità privata con
l’Associazione italiana ospedalità privata e l’Associazione
religiosa istituti socio-sanitari. «Giovedì 30 luglio – dicono i
sindacati – come da preintesa sottoscritta il 10 giugno, Aris e Aiop
avrebbero dovuto convocarci per la firma definitiva del contratto
della Sanità privata, dopo 14 anni di attesa e anni di trattativa.
Invece ci hanno comunicato che ciò non sarebbe avvenuto. Un
comportamento scioccante e vergognoso, sulla pelle di tutte le
professioniste e i professionisti della sanità privata. Adesso
basta, è finito il tempo delle trattative. Ora non ci rimane che la
lotta».
Nel Friuli Venezia
Giulia sono coinvolti circa 2mila dipendenti tra i gruppi Città di
Udine, Nostra Famiglia, Sanatorio triestino-Salus, Pineta del Carso e il Cottolengo di Santa Maria la Longa.
Tra l’altro proprio con il gruppo Nostra Famiglia c’è una lunga
vertenza in atto con le segreterie regionali di Fp-Cgil, Cisl-Fp e
Fpl-Uil che hanno detto no alle ipotesi di modifica unilaterale del
Ccnl avanzata da parte aziendale, che porterebbero ingiuste e
inaccettabili penalizzazioni per le lavoratrici e per i lavoratori
del gruppo che in regione opera a Pasian di Prato e a San Vito al
Tagliamento. Cgil Cisl Uil avevano chiesto invano un incontro con
Fedriga il 19 maggio. 
Sulla mancata
ratifica del contratto, duri anche i segretari regionali Orietta
Olivo (Fp Cgil), Massimo Bevilacqua (Cisl Fp) e Luciano Bressan (
(Fpl Uil): «Siamo oltre l’indignazione, oltre la vergogna. Si tratta
di un oltraggio inaccettabile che mortifica un’intera categoria di
lavoratori, che hanno la stessa dignità professionale dei colleghi
del settore pubblico, che hanno combattuto in prima linea contro il
Covid-19. E’ arrivato il momento di mettere i datori di lavoro
davanti alle loro responsabilità».