Regione inerte sul welfare anti-immigrati

L’avvio della revisione dei criteri di residenza nell’accesso al welfare è improrogabile. A sostenerlo è la Cgil Fvg , con il segretario generale Franco Belci, che giudica «grave e sconcertante» l’inerzia della Giunta e del presidente Tondo. «I rilievi della Commissione Europea – ricorda Belci – sono solo l’ultimo della lunga serie di interventi contro la natura discriminatoria della legislazione regionale in materia di welfare. Il primo fu quello del Governo amico, che più di un anno fa impugnò la Finanziaria regionale 2010. A giugno dello scorso anno, poi, la prima sentenza che accolse il ricorso di un cittadino straniero contro il rifiuto del bonus bebé, seguita da altri pronunciamenti dei tribunali regionali. Quindi la pronuncia della Corte Costituzionale nel febbraio scorso, che ha sancito l’illegittimità dei criteri approvati con la Finanziaria 2010. Tanto che sono gli stessi uffici della Regione, oltre che l’Anci, a suggerire ai Comuni di disapplicare le norme regionali».
Per Belci, quindi, non si tratta soltanto di «rivedere leggi il cui contenuto discriminatorio è fuori discussione, evitando lo scontro istituzionale con Governo e Ue», ma anche di «restituire chiarezza al quadro legislativo e giuridico in cui si trovano ad operare i Comuni, sui quali la maggioranza ha scaricato il peso delle proprie contraddizioni». Proprio  per questo, secondo il segretario, la questione doveva essere affrontata subito dopo la sentenza della Consulta del febbraio scorso, come si era impegnato a fare lo stesso presidente Tondo: «E il fatto che sia stata rimandata a dopo la campagna elettorale – conclude Belci – non è certo una dimostrazione di forza da parte del governatore».