Polo universitario di Pordenone, scenari preoccupanti

La notizia delle trasformazioni interne al polo universitario pordenonese
diffusa nelle prime settimane dell’anno dalla stampa suscita preoccupazione
nella Flc-Cgil del Friuli Venezia Giulia.Sulla base delle scarse informazioni disponibili e in assenza di dati completi,
finora rimasti al chiuso di poche stanze, l’ipotesi di un’ulteriore
ramificazione dell’alta formazione in regione potrebbe delineare il rischio di
un abbassamento del livello qualitativo della stessa.
Gli studenti del Friuli Venezia Giulia hanno bisogno di una formazione
altamente qualificata, che concentri le risorse intellettuali e finanziarie
disponibili, e definisca con chiarezza gli obiettivi verso cui puntare. La
legge regionale 2 del 2011 è nata con l’obiettivo di costruire un sistema
universitario regionale, innalzandone il livello qualitativo e superando la
frammentazione e le duplicazioni esistenti. E’ questa una scelta necessaria e
condivisibile in una regione periferica e confermata dal programma elettorale
dell’attuale coalizione di maggioranza.
I pochi elementi disponibili su questa nuova iniziativa non consentono di
distinguere  se i nuovi impegni, anche
economici, vadano nella direzione di un miglior servizio oppure, intervenendo
in modo scoordinato su una sola parte della regione, indeboliscano le relazioni
tra le università regionali.
La Flc Cgil ritiene che il sistema universitario debba essere strumento per la
crescita complessiva della società regionale, sia offrendo agli studenti una
preparazione sempre migliore, sia garantendo una relazione stretta tra ricerca
e sistema produttivo, sia incrementando il livello complessivo delle conoscenze
e che tali obiettivi siano raggiungibili, in una regione di 1,2 milioni di abitanti,
mediante un incremento coordinato della qualità.
La segreteria Flc Cgil Fvg