Pensioni: primi passi avanti

«La Cgil ha
espresso da subito la propria contrarietà sullo strumento dell’Ape, così
come è
stato presentato dal Governo. Di positivo c’è che è stato riconosciuto
che non
tutti i lavori sono uguali, e che i cosiddetti precoci, quelli che hanno
iniziato a lavorare prima dei 18 anni, devono avere un percorso di
uscita senza
penalizzazioni». Il segretario generale della Cgil Fvg Villiam Pezzetta
commenta così l’accordo raggiunto ieri al tavolo nazionale sulle
pensioni.
Restano però molti, ammonisce Pezzetta, i nodi cda
sciogliere al tavolo. «Il nostro giudizio finale – spiega – sarà legato
alle soluzioni finali
che verranno individuate su questi temi e in particolare sull’Ape
agevolata, lo
strumento che dovrà azzerare o ridurre i costi dell’anticipo per alcune
categorie disagiate: disoccupati privi di ammortizzatori, addetti a
mansioni
usuranti, lavoratori con carichi familiari gravosi. Senza dimenticare la
grande
questione del futuro pensionistico dei giovani, penalizzati dalla
disoccupazione e dalla precarietà del lavoro. Solo se verranno
individuate
soluzioni concrete su questi temi potrà dirsi raggiunto l’obiettivo
prioritario
del tavolo: quello di rendere meno rigida una riforma, la legge Fornero,
che ha
determinato effetti pesantissimi non soltanto sui lavoratori prossimi
alla
pensione, ma anche sull’occupazione giovanile».
Tra gli aspetti
positivi dell’accordo, intanto, l’estensione della quattordicesima
mensilità ai pensionati con reddito mensile fino a 1.000 euro, contro
gli attuali 750. Estensione di cui godranno, in Fvg, 28.000 pensionati,
portando a quota 78.000 (circa un pensionato su 5) il numero complessivo
di beneficiari. «Finalmente una boccata di ossigeno per i tanti
pensionati di reddito medio-basso che hanno subito negli anni una
costante
riduzione del proprio potere d’acquisto», commenta il segretario
regionale
dello Spi-Cgil Ezio Medeot, rimarcando però «che il tavolo prosegue e
dovrà
portare nuovi interventi sia sul tema della rivalutazione delle pensioni
sia
sul fronte del fisco, dopo l’estensione della no tax area a 8.125 euro».