Famiglia, Cgil-Cisl-Uil contro il disegno di legge della Giunta

Alla vigilia della discussione in Consiglio, le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil prendono nuovamente posizione contro il disegno di legge sulla famiglia. «Oltre a discriminare le coppie di fatto e i loro figli, il ddl prospetta una dequalificazione dei servizi sociali e della professionalità delle lavoratrici impegnate nel settore», sostengono Giuliana Pigozzo per la Cgil , Iris Morassi e Renata Della Ricca per la Cisl e Luisa Fazzini per la Uil , denunciando la «totale assenza di risposte» da parte dell’assessore sulle proposte avanzate tre mesi fa dai sindacati.
«L’introduzione di buoni e voucher  – ribadiscono  i sindacati – aprirebbe la strada a una destrutturazione del sistema dei servizi alla famiglia oggi esistente, scarica sui cittadini e in particolare sulle donne il peso dell’assistenza ad anziani, bambini e non autosufficienti. L’esatto contrario di ciò che serve per il potenziare il welfare regionale e sostenere l’occupazione femminile».
Il vero obiettivo della Giunta, secondo Cgil-Cisl-Uil, è realizzare un sistema di welfare «più leggero e più flessibile, condizionato dalla disponibilità delle risorse e quindi maggiormente esposto a scelte di riduzione della spesa sociale». Il problema non riguarda soltanto l’introduzione dei voucher e la discriminazione delle famiglie di fatto, ma l’impostazione generale del disegno di legge: «Colpisce negativamente – spiegano i sindacati – la mancata definizione di interventi volti ad armonizzare tempi di vita e di lavoro delle donne, l’assenza di incentivi sull’utilizzo dei congedi familiari da parte dei padri e per la definizione di orari di lavoro meglio conciliabili con le esigenze familiari».
Da qui le critiche a una politica, quella portata avanti da Giunta e maggioranza, che secondo i sindacati sta segnando dei pesanti passi indietro sul fronte delle pari opportunità: «I contenuti del ddl, la mancanza di attenzione alla tutela della salute delle donne e le proposte di riforma elettorale che puntano a cancellare la già scarsa presenza femminile nelle istituzioni – accusano Pigozzo, Morassi, Della Ricca e Fazzini – sono scelte inequivocabili della scarsa sensibilità della giunta e della maggioranza sui temi delle pari opportunità. Scelte che vanificano anche quei provvedimenti, di segno opposto, che l’Assessorato del Lavoro sta portando avanti su questo versante».