Erdisu unico, confronto anche con studenti e lavoratori

La razionalizzazione della struttura degli Erdisu non può essere dettata da spinte demagogiche, ma deve puntare a un incremento dei mezzi per il diritto allo studio. Qualsiasi progetto sugli enti per il diritto allo studio, pertanto, deve passare attraverso una discussione che coinvolga tutte le parti in causa, a partire dagli studenti, e l’intera comunità regionale nelle sue varie espressioni – sociali, politiche, culturali –, senza pregiudicare gli standard operativi garantiti dai due attuali enti di Udine e Trieste.
Questo il messaggio lanciato dai vertici regionali della Flc-Cgil, il sindacato che rappresenta i lavoratori della scuola, dell’università e del comparto formazione-ricerca. «Il dibattito interno alla Giunta regionale sull’ipotesi di accorpamento degli Erdisu – spiegano il segretario generale Natalino Giacomini e Sergio Zilli, responsabile del settore università – rappresenta un’importante novità nel ragionamento sul rapporto tra comunità regionale e alta formazione, ma appare slegato da un disegno strategico più ampio, che dovrebbe affrontare l’intera questione delle relazioni tra gli atenei di Udine e Trieste ».
Sotto questo aspetto, la Flc ritiene insufficiente il coinvolgimento dei principali interessati – soprattutto gli studenti – e guarda con forte scetticismo alla presa di posizione della Giunta regionale in relazione agli Erdisu: «Che appare dettata – proseguono i due esponenti della Flc – più da istanze populistiche di pseudo-ridimensionamento dell’apparato burocratico che da scelte di miglioramento del diritto allo studio».
«Se l’obiettivo di arrivare a un’unica struttura che elargisca ai cittadini della regione servizi allo studio in misura omogenea in qualità e crescente in quantità può essere condiviso – concludono Giacomini e Zilli –, il rischio che non vengano mantenuti né i livelli operativi raggiunti dalle esperienze attuali né il coinvolgimento di tutti gli attori operanti nel sistema universitario, dagli studenti ai lavoratori, impone di avviare, prima di una scelta definitiva, una pubblica discussione, sostenuta da una chiara analisi dello stato delle cose. L’obiettivo primario, infatti, deve essere l’ampliamento del diritto allo studio, soprattutto per gli studenti che non appartengono agli strati agiati e in particolare per “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi”, come impone la Costituzione».