Emersione badanti: giusto l’obiettivo, ma servono nuovi criteri

Giusto l’obiettivo, sul quale anche la Cgil si impegnerà con le sue strutture di categoria e di servizio per garantire informazione e assistenza alle famiglie. Ma servono nuovi criteri d’intervento per allargare la platea dei beneficiari: con le attuali dotazioni, a beneficiare del bonus per l’emersione saranno meno di mille famiglie. Renato Kneipp e Nazario Mazzotti, delle segreterie regionali della Cgil e dello Spi (Sindacato pensionati), commentano così i nuovi incentivi per l’emersione dei contratti di lavoro domestico, cofinanziati dalla Regione e dal ministero per le Pari opportunità.
Tre, come noto, i bonus previsti: il più consistente, 1.000 euro, per chi stipula un nuovo contratto di almeno 25 ore settimanali, cui si aggiungono altri 200 euro come indennità sostitutiva della badante in formazione per almeno 20 ore e 50 per gli oneri di gestione del contratto presso un patronato o un Caaf. Ma le risorse stanziate, obietta la Cgil , potranno garantire solo un numero molto limitato di interventi: solo 838, infatti, i potenziali beneficiari dei contributi per l’emersione.
«È prevedibile – dichiarano Kneipp e Mazzotti – che molte delle domande verranno escluse, vuoi per l’esaurimento dei fondi, vuoi per il ristretto arco temporale, fino al 30 settembre, entro il quale vanno presentate. Sarebbe quindi opportuno un impegno aggiuntivo della Regione per garantire copertura quantomeno a tutti coloro che presenteranno regolare richiesta, prolungando la scadenza fino a fine anno. Ma a nostro parere servirebbero anche nuovi criteri, per estendere i benefici ai contratti stipulati prima del 15 marzo, compresi quelli regolarizzati con la sanatoria del 2009, collegando inoltre l’entità degli incentivi al reddito familiare. Solo così la politica dei bonus e delle una-tantum potrà lasciare spazio a un intervento duraturo, più incisivo e più equo nell’erogazione degli incentivi».