Ddl sui giovani troppo debole sul versante occupazione

«La legge sui giovani non può essere solo un’icona per la Giunta e la maggioranza. Per portare effetti concreti deve essere robustamente finanziata: solo così potrà avere un impatto positivo, favorendo l’occupazione e l’autonomia dei giovani, che rappresentano purtroppo la categoria più colpita dalla crisi». Questo l’appello che Franco Belci, segretario generale della Cgil Fvg, lancia in concomitanza con l’avvio delle consultazioni sul disegno di legge sui giovani. A chiederlo anche Gianni Bertossi, segretario del Nidil, Alessandro Carrieri, responsabile regionale dei giovani Cgil, Stefano Beltrame della Flc e Giulio Zeriali dell’Arci.
Sul provvedimento, dopo l’esame di oggi da parte del Consiglio delle autonomie, sono previste due audizioni in commissione, il 10 e il 16 marzo. «Ma al di là di questi appuntamenti istituzionali – sottolinea Belci – è mancato un vero confronto con il mondo dell’associazionismo giovanile nella fase di costruzione del disegno di legge, prima e dopo l’unificazione delle due proposte da cui è nato. Anche per questo crediamo che la legge, senza demandare questo aspetto ai futuri regolamenti attuativi, possa prevedere da subito nuovi meccanismi di riconoscimento e valorizzazione della rappresentanza giovanile».
La Cgil, da parte sua, ha scelto di avviare un percorso parallelo di confronto con alcune associazioni (Arci, Etnoblog, Coraf, Studenti sloveni, Uds), sulla base del quale sono state avanzate delle proposte di modifica e integrazione al disegno di legge. «Questo – spiega ancora Belci – perché crediamo che la priorità sia innanzitutto quella di contrastare la disoccupazione giovanile e la crescente precarizzazione del lavoro. Ricordiamo infatti che il Fvg, con il 18,9% di senza lavoro nella fascia 15-24 anni nel 2009, ha il secondo tasso di disoccupazione giovanile più alto nell’ambito delle regioni del Nord: peggio c’è solo il Piemonte con il 24%. Dei 65mila precari e parasubordinati della regione, inoltre, un terzo sono giovani».
Proprio sul versante lavoro si concentrano le principali critiche che la Cgil muove al disegno di legge: «Gli interventi a sostegno dell’occupazione – spiega Belci – sono insufficienti, concentrandosi sul ricorso a strumenti contrattualmente deboli come l’apprendistato e voucher: bisognerebbe invece rimettere mano alla legge sul Buon lavoro per rafforzare gli incentivi alle assunzioni di giovani a tempo indeterminato, anche in raccordo a nuovi e specifici percorsi di formazione».
Misure ad hoc, per la Cgil, sono necessarie anche sul versante del sostegno allo studio e a quello postlaurea, sui trasporti, ma soprattutto sul versante della casa, in particolare con il ricorso ad affitti agevolati che possano favorire l’autonomia familiare e professionale dei giovani. In particolare, Beltrame della Flc Cgil ha proposto anche l’attuazione di un fondo di garanzia per eventuali morosità e danni dell’appartamento, ma anche per la copertura delle spese di cauzione e dell’apertura utenze, insomma un fondo che tuteli proprietario e locatario. Carrieri del Progetto giovani e Zeriali dell’Arci hanno invece ricordato l’importanza del metodo partecipativo e dell’associazionismo, e del ruolo che dovrebbero avere nella costruzione della legge.