Crisi, la ricetta di Tondo: sacrifici a senso unico

Contrariamente a quasi tutti i suoi colleghi – Formigoni compreso – che esprimono contrarietà alla manovra del Governo in quanto comporterà pesanti tagli al welfare, il Presidente della Regione Fvg Renzo Tondo afferma di condividerla. Evidentemente le esigenze dell’allineamento politico prevalgono su valutazioni di merito. Vedremo come Tondo applicherà i tagli. Sappia fin d’ora che non ne accetteremo altri sul welfare.
Ma ciò che preoccupa di più sono le affermazioni del Presidente sulla Costituzione, la cui prima parte non sarebbe più al passo coi tempi. Tondo prende in particolar di mira l’ articolo 36, che riconosce al lavoratore il diritto a una retribuzione giusta non solo economicamente (proporzionata alla qualità e alla quantità del suo lavoro), ma anche socialmente (sufficiente ad assicurare a lui e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa).
Un diritto fondamentale? Non per il Presidente, che lo considera evidentemente anacronistico in un contesto segnato dalla recessione e da una concorrenza internazionale sempre più aspra. Non si tratta solo di una questione di principio. I lavoratori, già duramente colpiti dalla crisi nelle proprie condizioni materiali, non possono permettersi un arretramento anche sul fronte dei diritti. Questo li renderebbe più deboli, più ricattabili, più precari, oggi e in futuro. Ma del resto è proprio quello che vuole il centrodestra, a Roma come a Trieste: a pagare la crisi devono essere i lavoratori. E’ a questo che risponderemo con lo sciopero del 25 giugno.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg