Bolkestein, no agli utilizzi strumentali

«Sull’attuazione della direttiva Bolkestein devono essere fatti molti passi in avanti, in Italia come nel resto d’Europa, soprattutto sulla strada della trasparenza e della sburocratizzazione delle procedure autorizzative. Ma è bene chiarire da subito quali sono gli obblighi reali legati alla sua attuazione. Obblighi che riguardano settori importanti come il commercio e i servizi, ma che non riguardano temi come gli orari di apertura dei negozi. Su queste materie, dunque, la parola resta affidata non solo alla potestà legislativa delle regioni come il Fvg, che sul commercio ha competenza primaria,   ma anche alla contrattazione e al confronto con le parti sociali». È quanto ha dichiarato l’europarlamentare Debora Serracchiani, intervenendo stamattina a un seminario sulla direttiva Bolkestein tenutosi nella sede della Camera del lavoro di Udine.
L’appuntamento è stato organizzato dalla Cgil regionale in occasione della Giornata mondiale del lavoro dignitoso, che si celebra oggi, 7 ottobre. Un tema strettamente connesso, questo, all’attuazione della direttiva Bolkestein, come ha spiegato Abdou Faye, responsabile del settore commercio e servizi della segreteria regionale Cgil. «Ad un’attenta analisi del testo della direttiva – ha dichiarato – c’è il rischio che questa venga usata come cavallo di Troia per perseguire obiettivi che non sono previsti dalla direttiva. Direttiva – ha ricordato Faye – che non si applica a molti settori chiave come le attività connesse ai pubblici poteri, i servizi a rete come energia e acqua, i servizi sociali, quelli finanziari, di comunicazione, trasporto, sicurezza privata, la somministrazione di lavoro interinale e tanti altri esplicitamente esclusi dal testo della Bolkestein».
Forti anche le preoccupazioni per le possibili ricadute occupazionali negative su alcuni specifici comparti toccati invece dalla direttiva, come quello del commercio ambulante. Quanto al tema delle aperture festive dei negozi, la Cgil ha ribadito che alcun obbligo in questo senso può essere ricondotto all’applicazione della direttiva. Su questa linea anche Susanna pellegrini, segretaria regionale della Filcams, la categoria che rappresenta i lavoratori del terziario. Sempre a proposito di aperture, secondo Debora Serracchiani si tratta di una materia sulla quale è necessaria una forte azione contrattuale del sindacato: «La priorità – ha detto – deve essere innanzitutto quella di garantire che il lavoro domenicale si svolga in un quadro chiaro e regolamentato di tutele economiche e normative».