Aumentare i fondi per le politiche familiari

Estendere ai nuclei con un solo figlio tutti i benefici presenti e futuri della Carta Famiglia. Stanziare risorse aggiuntive rispetto a quelle previste dalla Finanziaria 2009 per nuovi interventi che migliorino l’accessibilità  ai servizi sociali e rafforzino il sostegno al reddito delle famiglie. Queste le richieste avanzate dai sindacati nel corso dell’incontro di ieri con l’assessore alle politiche familiari Roberto Molinaro.
«Per affrontare la crisi in atto – spiegano Giuliana Pigozzo e Iris Morassi, delle segreterie regionali Cgil e Cisl – servono politiche urgenti e coordinate. Politiche che riducano le crescenti disuguaglianze nella distribuzione del reddito e che sostengano in modo mirato i soggetti che più degli altri rischiano di pagare la crisi: i precari, i disoccupati, le donne, che continuano ad essere l’anello debole del mercato del lavoro, fortemente penalizzate nel reddito e nell’accesso all’impiego dalla carenza di servizi pubblici alle famiglie e alle persone».
Una particolare attenzione è stata chiesta quindi sull’offerta di asili nido, di scuole materne e sull’abbattimento delle rette. «Questo – spiegano ancora Pigozzo e Morassi – nell’ottica di un concreto sostegno alla genitorialità, anche alla luce dei dati che segnalano una forte crescita dei nuclei con un solo genitore, in prevalenza madri». I sindacati giudicano inoltre anacronistica la scelta di limitare i primi benefici della Carta Famiglia, gli sconti sulle bollette, ai nuclei con più figli: «Considerato che la stragrande maggioranza delle famiglie della nostra regione hanno un solo figlio, questa scelta rischia di ridurre l’intervento a dimensioni marginali, escludendo migliaia di nuclei monoreddito che versano in reali condizioni di difficoltà».
Problemi che per il sindacato vanno affrontati con «misure strutturali e non una tantum», e che richiedono «un supporto forte da parte delle istituzioni locali, per consentire l’accesso universale alla rete dei servizi». Pigozzo e Morassi chiedono infine «un momento specifico di approfondimento per comprendere come i diversi interventi – nazionali, regionali e locali – possano tra loro armonizzarsi con l’obiettivo di garantire risposte omogenee e univoche in tutto il territorio, attraverso una rete di solidarietà forte, senza discriminazioni e disparità».