Allarme per i tagli su sanità e sociale

È compito urgente della Giunta chiarire come e in quale misura i servizi sanitari e sociali in Friuli Venezia Giulia verranno penalizzati dalla manovra economica approvata dal Governo». Lo chiede la Cgil del Friuli Venezia Giulia, allarmata non solo dai 9 miliardi di tagli previsti per il triennio 2009-2011 sul servizio sanitario nazionale, ma anche dai contenuti del “Libro verde” pubblicato il 25 luglio scorso dal ministero del Welfare. Un testo, quest’ultimo, che secondo la confederazione «prefigura una pesante riduzione delle tutele pubbliche su sanità, assistenza, previdenza e sicurezza nel lavoro, in una stretta connessione con le misure già avviate dal ministro Brunetta sul pubblico impiego».
«L’impianto complessivo dei provvedimenti avviati dal Governo – afferma la segreteria regionale in una nota – ha come obiettivo finale la privatizzazione del welfare, in una logica che finirebbe per differenziare le tutele e l’esercizio dei diritti a seconda delle possibilità economiche dei cittadini. Lo dimostra l’esplicito richiamo alla privatizzazione dei servizi e al mercato come orizzonte finale per ampi settori dell’assistenza e della previdenza. Emblematica anche la scomparsa dai programmi della maggioranza della legge delega sulla non autosufficienza e dei 400 milioni di euro stanziati dal precedente Governo per l’avvio del relativo fondo nazionale. Ci preoccupa inoltre la mancanza nel libro verde di qualsiasi preciso riferimento ai livelli essenziali di assistenza, requisito indispensabile per una tutela di tutti i cittadini e specialmente per le fasce più deboli e a rischio povertà, già duramente penalizzate dai pesanti tagli nei trasferimenti agli enti locali, destinati inevitabilmente a ripercuotersi sul livello dei servizi sociali e assistenziali».
Il welfare sarà uno dei temi centrali del direttivo regionale in programma venerdì nella sede della Camera del lavoro di Udine, convocato per un’analisi della situazione politica ed economica del Paese e della regione, oltre che della trattativa sul modello contrattuale. «In un quadro nazionale estremamente negativo e pericoloso per il futuro del Paese – scrive ancora la Cgil – è indispensabile definire tracciare i contenuti della programmazione sanitaria e sociale per il prossimo anno entro un quadro finanziario certo. Partendo dalla consapevolezza che gli obblighi derivanti dal Patto di stabilità imporranno pesanti vincoli a tutte le regioni, comprese quelle a statuto speciale e quelle “virtuose”, in barba ai tanto sbandierati obiettivi di federalismo».