La libertà delle donne e chi la nega. Il paradosso del caso Monfalcone

«Non sono d’accordo con quello che dici, ma sono pronto a difendere fino alla morte il tuo diritto a dirlo». La frase è attribuita a Voltaire, anche se Voltaire, probabilmente, quelle parole non le disse mai. Al di là di chi le pronunciò, in ogni caso, contengono l’essenza stessa della democrazia. Della democrazia occidentale, se vogliamo, di matrice illuministica. Volutamente, visto che vorrei lanciare un messaggio al sindaco Cisint, non parto da sinistra, ma da un assunto che potrebbe e dovrebbe essere condiviso, credo, lungo tutto il perimetro dell’arco costituzionale.

Adattata al caso Monfalcone, la citazione dovrebbe significare che, in una società democratica, posso anche non condividere o giudicare sconveniente che una donna faccia il bagno vestita, ma che dovrei battermi per il suo diritto a farlo. E dovrei farlo tanto più se sono un rappresentante delle istituzioni, democraticamente eletto ed espressione di tutta la mia comunità: anche di chi non mi ha votato, anche di chi ha una cultura, una fede e costumi diversi dai miei.

Non intendo citare tutti gli articoli costituzionali che rendono semplicemente inimmaginabili divieti o diktat come quelli prospettati dal sindaco Cisint. E non fingo neppure di ignorare, provando a mettermi al suo posto, quanto siano complessi i problemi di una realtà multietnica come quella di Monfalcone, anche per la velocità con cui il contesto demografico e sociale della città è cambiato con la crescita della cantieristica. Non credo però che tra questi problemi ci siano il modo di fare il bagno e le presunte violazioni al decoro o all’igiene (?) causate da burkini o non-costumi da bagno.

Credo invece che siamo di fronte a un caso, l’ennesimo a Monfalcone, in cui il sindaco, invece di scegliere la strada del dialogo e dell’integrazione con le comunità immigrate, e in particolare con quella di fede islamica, cerca il casus belli e scatena uno scontro inutile. Dimenticandosi, peraltro, che i tanti residenti di fede islamica sono cittadini monfalconesi a tutti gli effetti, che hanno contribuito e contribuiscono alla crescita di Monfalcone, del Friuli-Venezia Giulia e dell’Italia. Se il sindaco Cisint è convinto di essere espressione di una cultura che tutela la libertà delle persone e delle donne, cominci a dare per prima il buon esempio, senza pretendere di negare ad altre donne il diritto di vestirsi (o svestirsi) come ritengono più opportuno.

Villiam Pezzetta, segretario generale Cgil Fvg