Voucher, dietro alla loro diffusione possibili abusi

Stop ai trionfalismi sul ricorso ai voucher. A chiederlo è la Cgil Fvg, con la segretaria confederale Emanuela Bizi e Susanna Pellegrini, segretaria regionale della Filcams, la categoria che rappresenta i lavoratori del commercio, del turismo e dei servizi.
Se l’assessore regionale al lavoro Angela Brandi sottolinea il crescente ricorso ai voucher (i 66mila venduti a luglio, pari a 53 ogni 1.000 abitanti, collocano il Fvg al primo posto in Italia), per Bizi e Pellegrini il fenomeno è tutt’altro che positivo: «È l’ultima frontiera del precariato», dichiarano, ricordando che «chi li utilizza non sottoscrive alcun contratto di lavoro». Con i voucher, inoltre, «i lavoratori non maturano Tfr e ferie, non sono previsti straordinari, non esiste l’obbligo di comunicazione preventiva ai servizi per l’impiego, ma solo di comunicazione preventiva all’Inail».
Quanto alla retribuzione, sui 10 euro di valore nominale dei voucher il corrispettivo netto è di 7,50 euro, perché dall’importo lordo vengono detratti i contributi Inps, Inail e i costi del servizio. «L’elevato numero di voucher venduti – precisano Bizi e Pellegrini – potrebbe nascondere un uso scorretto da parte dei committenti di tale strumento, che dovrebbe invece limitarsi a prestazioni di natura meramente occasionale. Non è un caso, probabilmente, che il numero di voucher venduti sia particolarmente alto nel commercio e nel terziario, settori con un tasso molto alto di vertenze e contenziosi». Da qui l’appello finale che la Cgil rivolge ai lavoratori, invitati a rivolgersi alle sedi sindacali per verificare o segnalare eventuali abusi da parte dei datori.