Verso lo sciopero generale. Belci: “A Trieste sfileranno in cinquemila

In piazza per dire no a una manovra fatta per il 60% di tagli a Regioni, Province e Comuni. Con pesantissime ripercussioni sul welfare locale, sui trasporti, sulla pubblica amministrazione e sul pubblico impiego, doppiamente penalizzato dal blocco del turnover e dei contratti. Il segretario generale della Cgil Fvg Franco Belci ribadisce così le ragioni dello sciopero generale, che in regione è proclamato per l’intera giornata, e della manifestazione regionale di Trieste, che porterà nel capoluogo regionale almeno 5.000 persone. Più della metà arriverà dalle altre province, in corriera (quaranta i pullman speciali organizzati dalla Cgil), in treno o in auto. LA MANIFESTAZIONE. Il corteo, che si formerà dalle 9.30 in piazza Libertà, di fronte alla stazione, percorrerà Corso Cavour, via Milano, via Roma, via Mazzini e riva III Novembre, per concludersi in piazza Unità, dove si terrà il comizio. Prima di Belci, tra gli altri, salirà sul palco il sindaco di Udine Furio Honsell, solidale coi motivi delllo sciopero e alla manifestazione, assieme ai presidenti delle Province di Gorizia e Trieste, al presidente dell’Anci Gianfranco Pizzolitto e a numerosi sindaci della regione. Parleranno inoltre il presidente regionale della Fnsi Carlo Muscatello e la funzionaria di polizia Laura Cont, per esprimere la protesta dei giornalisti e delle forze dell’ordine nei confronti del disegno di legge sulle intercettazioni.
TONDO. La manifestazione, ha aggiunto Belci, sarà anche l’occasione per chiedere alla Giunta regionale un atteggiamento diverso nei confronti del Governo: «Il presidente Tondo, più realista del re, è stato l’unico tra i governatori a non aver preso posizione contro la manovra. Siamo curiosi di vedere se rimarrà inerte anche dopo la dichiarazione di guerra che il ministro Tremonti ha fatto nei confronti delle Regioni speciali». Ma la Cgil attacca Tondo anche per le sue recenti dichiarazioni sulla necessità di rivedere l’articolo 36 della Costituzione, che prevede il diritto a una giusta ed equa retribuzione per i lavoratori: «Posizioni che fanno il paio con quelle espresse sulla manovra. Quasi che l’unica strategia da adottare nei confronti della crisi sia quella di far tirare la cinghia ai lavoratori e ridurre i loro diritti», commenta Belci LA CRISI. L ’effetto della manovra, secondo la Cgil , sarà quello di frenare ulteriormente un’economia che non mostra ancora segnali chiari di ripresa, come dimostra purtroppo la nuova impennata della cassa integrazione, che a maggio ha toccato in regione i 2,7 milioni di ore autorizzate dall’Inps, il valore più alto mai toccato dall’inizio della crisi. «A pagare le conseguenze dei tagli – commenta Belci – saranno lavoratori e pensionati, mentre non saranno toccati i titolari di rendite, finanziarie o immobiliari, e i grandi patrimoni, cioè le categorie che la crisi l’hanno provocata».
CISL E UIL. Quanto ai rapporti con Cisl e Uil, secondo Belci «esiste un evidente scarto tra la realtà della manovra e le scelte degli altri sindacati confederali». Le critiche del segretario regionale della Cgil, in particolare, vanno all’atteggiamento della Cisl nazionale: «Bonanni – spiega – ha detto a chiare lettere che la Cisl preferisce ai tavoli di trattativa i contratti più ristretti col Governo. Noi, invece, siamo per la trasparenza: prima le piattaforme, poi le trattative ed eventualmente gli accordi, da sottoporre sempre al voto dei lavoratori. Accordi che però non dovrebbero mai toccare diritti previsti dalla legge o dalla Costituzione, com’è avvenuto invece a Pomigliano».