Università, la Cgil critica il disegno di legge regionale

«Inadeguato e sbagliato, perché non punta su una logica di integrazione ma alimenta una competizione tra le università di Trieste e Udine». Questo il giudizio espresso dalla Flc-Cgil del Friuli Venezia Giulia sul disegno di legge regionale n 97 sul finanziamento all’alta formazione. Il provvedimento regionale e il Ddl Gelmini sono stati al centro di un incontro con i capigruppo del Consiglio, tenutosi a Trieste stamane, presenti il segretario della Flc Fvg Natalino Giacomini e Sergio Zilli, responsabile del settore università e ricerca.
Giacomini e Zilli hanno presentato un documento che denuncia i tagli al sistema universitario e ne analizza le ripercussioni a livello regionale. Preoccupano in particolare la pesante riduzione del fondo di finanziamento ordinario 2011 (-1.300 milioni su scala nazionale,  compensati solo in parte da un trasferimento una-tantum di 800 milioni), il blocco dei concorsi,  il taglio del 90% ai fondi per le borse di studio. A livello regionale, inoltre, la Flc-Cgil denuncia la riduzione dei fondi regionali agli Erdisu (1,3 milioni in meno rispetto al 2009, con un taglio del 22%) e l’azzeramento del fondo integrativo regionale (800mila euro nel 2009).
«Il ragionamento sul sistema universitario del Fvg – si legge nel documento – non può prescindere dal mantenimento di livelli costanti e coerenti di finanziamento al diritto allo studio. Il mancato ripristino delle poste produrrà infatti un innalzamento dei costi a carico dei singoli che avrà come immediata conseguenza l’esclusione dei giovani delle famiglie con minori disponibilità e il mancato arrivo di studenti da altre parti del paese, con immediate ripercussioni sull’indotto universitario. La  Flc-Cgil chiede pertanto al Consiglio di promuovere una Conferenza regionale per discutere la realizzazione di un vero e proprio sistema regionale dell’alta formazione e della ricerca, che offra ai giovani della regione una formazione adeguata e consenta ai nostri atenei e centri di ricerca di diventare un polo di riferimento e di attrazione per il resto del Paese».