Udine, è Giacomini il nuovo segretario generale

E’ Natalino Giacomini il nuovo segretario generale della Cgil Udine. E’ stato eletto dall’assemblea generale riunitasi questa mattina nella sede della Camera del lavoro, in via Bassi, con 43 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astenuti. Per Giacomini, 57 anni, si tratta di un ritorno al vertice della Cgil di Udine, di cui era già stato segretario generale prima dell’unificazione tra Alto e Basso Friuli. Nel suo curriculum in Cgil anche una lunga esperienza alla Fiom, di cui era stato anche leader regionale dal 1994 al 1998, poi nella Flc, di cui è tuttora segretario provinciale.
Individuato dunque il successore di Villiam Pezzetta, che dall’8 luglio, giorno della sua elezione a segretario generale della Cgil Fvg, aveva continuato a guidare anche la Cgil di Udine. Si tratta del primo, fondamentale mattone per la formazione della nuova segreteria provinciale, che andava interamente rinnovata dopo l’approdo di Pezzetta alla Cgil regionale e le dimissioni della segretaria uscente Lucia Franz. «E’ un percorso che completeremo in tempi rapidi», annuncia Giacomini, che stamane davanti all’assemblea ha già indicato in Maurizio Balzarini, segretario provinciale della Fiom e già componente della segreteria uscente guidata da Pezzetta, il candidato al ruolo di responsabile organizzativo.
Al centro del discorso d’insediamento, oltre alla necessità di «compattezza e scelte condivise», soprattutto la situazione economica del Friuli e della regione. «Uno scenario – spiega Giacomini – radicalmente mutato rispetto a quello che aveva caratterizzato la mia esperienza alla guida della Camera del lavoro Udinese-Bassa Friulana dal 1998 al 2006. Se allora ci muovevamo in un contesto praticamente di piena occupazione, oggi abbiamo imparato a confrontarci con tassi di disoccupazione superiori all’8% e con un mercato del lavoro che stenta a ripartire, penalizzando soprattutto i più giovani. Ecco perché serve una piena assunzione di responsabilità da parte di tutti, a cominciare dal sindacato, nella consapevolezza che ci muoviamo in un un contesto dove sono venuti meno i vecchi steccati tra pubblico e privato, e che il territorio e il singolo posto di lavoro sono il fronte su cui si misurano la nostra forza e la nostra rappresentatività».