Terzo mandato, il sindaco Angeli contro Belci

Dal Messaggero Veneto, Regione Numero di mandati
per i sindaci, Patto di stabilità, riforma degli enti locali. Sono i tre temi
che, negli ultimi giorni, stanno accendendo il dibattito tra politici, amministratori,
sindacalisti. L’ultimo a prendere una posizione in merito è il sindaco di
Remanzacco Dario Angeli, il “padre” della sollevazione istituzionale contro le
restrizioni del Patto di stabilità. Proprio su quest’ultimo tema, Angeli tenta
di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica, attaccando il segretario
regionale della Cgil, Franco Belci, per la sua «lezione impropria» (la
definisce così) sul tema del possibile terzo mandato dei sindaci.
Intanto oggi, proprio per sviscerare queste tematiche, il
presidente della V Commissione regionale, Vincenzo Martines, ascolterà i
vertici di Anci e Upi a partire dalle 10. «Mi aspetto che mi facciamo un quadro
delle questioni sollevate in questo ultimo periodo – chiarisce Martines – e mi
riferisco in particolare al Patto di stabilità, alla riforma degli enti locali
e al numero di mandati per i sindaci. Ascolterò ciò che hanno da dire con molta
attenzione».
Chi invita alla moderazione dei toni è il sindaco Angeli.
«In questo momento particolarmente difficile – afferma – sarebbe il caso di
fare tutti un passo indietro. Confido che la giunta Serracchiani prenderà le
decisioni più giuste per la nostra comunità, decisioni che andranno
rispettate». Detto questo, Angeli cerca di fare un po’ d’ordine su quanto è
stato detto in questi giorni sul possibile veto della Regione alla
ricandidatura dei primi cittadini per più di due mandati consecutivi: «Un
sindaco che ha amministrato il suo Comune per dieci anni – spiega – deve già
avere nella sua squadra un gruppo di persone in grado di proseguire sulla
strada tracciata, perché un ricambio generazionale non è solo auspicabile, ma
necessario. A Remanzacco, nella mia lista, ci sono tre o quattro persone che
potranno portare avanti in tranquillità il lavoro impostato negli ultimi anni
dal sottoscritto». Se c’è una cosa che fa andare su tutte le furie Angeli, è
l’accostamento tra i sindaci e la casta dei politici: «Non siamo dei
privilegiati, al contrario, ogni giorno ci sacrifichiamo facendo miracoli per
riuscire a far fronte a tutte le problematiche dei territori che
amministriamo».
Il sindaco di Remanzacco, infine, risponde per le rime
alle ultime dichiarazioni rilasciate dal segretario della Cgil Belci: «Non
accetto lezioni da uno come Belci: cos’ha fatto nella sua vita, da quanti anni
ricopre l’incarico di segretario e che compenso riceve? Certamente non quello
di un sindaco, che non gode né di benefici né di agevolazioni. Prima di
impartire lezioni – evidenzia Angeli – bisognerebbe fare maggiore attenzione a
chi si ha di fronte: sindaci con una loro dignità, non banditi o componenti di
una casta, che pretendono rispetto. Attendo delle risposte da Belci: il suo
curriculum vitae, la sua busta paga, l’ammontare dei suoi rimborsi. E
soprattutto, siamo proprio sicuri che non ci sia alcun giovane dietro a lui in
grado di prendere il suo posto?».
Sulle polemiche sorte di recente sui compensi dei primi
cittadini, interviene il sindaco di Trivignano Udinese, Roberto Fedele: «In
questi giorni – dichiara – ho letto considerazioni poco competenti e
inopportune nei confronti dell’unica categoria di carica pubblica elettiva
rimasta credibile nel nostro Paese, quella dei sindaci e degli amministratori
locali che, se organizzata e unita – conclude Fedele – sarebbe in grado di
spazzare via qualunque forza politica».
Alessandro Cesare
L’intervento di Belci su riforma enti locali e terzo mandato sindaci