Sicurezza sul lavoro, più attenzione alle categorie “deboli”

La crisi richiede ancora maggiore vigilanza e attenzione alla qualità e alle condizioni di lavoro con particolare riferimento a quei «soggetti deboli – giovani, donne, migranti – per cui le situazioni di disagio e stress non vengono comunicate per paura di perdere il lavoro». Ad affermarlo è Mercedes Landolfi, della fillea-Cgil nazionale, intervenuta nel seminario sulla sicurezza “di genere”, organizzato dall’Ires Fvg per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls), nell’ambito del progetto Focus A, finanziato dal ministero del lavoro e Politiche sociali e dalla Regione Fvg.
In un momento in cui i dati a livello nazionale evidenziano per il 2012 una diminuzione degli infortuni (-9%, dati Inail marzo 2013), dovuta anche alla contrazione dell’occupazione, «proporre di analizzare gli elementi connessi alla sicurezza e in particolare alle politiche di genere può dare la percezione di essere quasi ???fuori luogo’ e ???fuori tempo’» commenta  sempre la Landolfi, evidenziando come, invece, sia più che mai attuale e strategico sensibilizzare a questi temi soprattutto i settori a più elevata presenza femminile. E se gli infortuni calano, anche per effetto della crisi, non è così per le malattie professionali, né per gli infortuni in itinere, che interessano in particolare le donne. Risulta, quindi, importante declinare secondo criteri di genere la prevenzione e sicurezza in azienda, come del resto prevede lo stesso testo unico.
Anche la giuslavorista Roberta Nunin, intervenuta al seminario, evidenzia come il D.lgs 81/08 introduca un forte cambiamento nelle politiche aziendali, mettendo al centro l’importanza dell’organizzazione. «Le aziende sono chiamate a interrogarsi sia sulle criticità, sia di conseguenza sui supporti, sui correttivi e sulle soluzioni da introdurre per favorire il rispetto della prevenzione e della sicurezza in ottica di genere, con riferimento alle situazioni di stress organizzativo tra cui rientra anche la difficoltà di conciliazione dei tempi».
Tuttavia l’attenzione a questi aspetti connessi alla gestione delle risorse umane può rappresentare anche un’opportunità di miglioramento per le imprese: «Riconoscere e valorizzare le differenze promuovendo politiche di genere e di conciliazione in azienda rappresenta, infatti, una delle forme di innovazione organizzativa che possono aiutare le imprese ad essere più competitive e flessibili», come sottolinea la responsabile formazione continua dell’Ires, Marina De Tina. In tal senso, un’opportunità interessante per capire come adattare alla propria azienda gli strumenti gestionali di diversity management  è rappresentata dal piano formativo Ocra – Obiettivo crescita e ripresa aziendale, promosso dall’Ires nell’ambito di Fondimpresa, che prevede specifici percorsi formativi su come le differenze di genere possano diventare risorsa per l’impresa. Per maggiori informazioni: www.iresfvg.org.