Si torni a investire su sanità e pubblica amministrazione
«Quello lanciato dai sindacati del lavoro pubblico è un grido di allarme che non riguarda soltanto il rinnovo dei contratti, ma pone l’accento sull’esigenza di un profondo rinnovamento della pubblica amministrazione. Rinnovamento che richiede investimenti strutturali in personale, procedure, dotazioni, l’esatto contrario di quanto è stato fatto in questi ultimi anni, segnati da progressivi tagli che hanno profondamente indebolito la capacità di risposta del servizio pubblico, dalla sanità a tutti i comparti dell’amministrazione». E’ quanto dichiarano i segretari di Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia Villiam Pezzetta, Alberto Monticco e Giacinto Menis alla vigilia dello sciopero nazionale proclamato per l’intera giornata di domani, che coinvolgerà in regione circa 27mila lavoratori della sanità, dell’amministrazione centrale (stato, parastato, agenzie) e delle Camere di commercio, garantendo in ogni caso l’erogazione dei servizi essenziali per i cittadini.
«L’impatto dell’emergenza Covid sul nostro Paese e sulla nostra regione – dichiarano ancora Pezzetta, Monticco e Menis – ha messo a nudo limiti strutturali che sono l’effetto di anni e anni di disinvestimento, soprattutto sulla sanità, pesantemente indebolita da piaghe annose come il sottodimensionamento degli organici, il mancato turnover del personale, che sconta anche un costante innalzamento dell’età media, i ritardi nella digitalizzazione, i progressivi tagli di sportelli e di servizi al pubblico che hanno segnato, in particolare in quest’ultimo decennio, l’attività di molti enti pubblici. La sfida che lanciano i sindacati domani è quella a invertire rotta per ribadire e tornare a rafforzare il ruolo fondamentale della pubblica amministrazione come garante fondamentale dei diritti individuali e collettivi dei cittadini».
Una sfida, quest’ultima, che per i sindacati chiama in causa anche le competenze della nostra Regione. «Che pur non essendo toccata da una vertenza che sotto il profilo contrattuale riguarda lo Stato centrale – precisano i segretari di Cgil, Cisl e Uil Fvg – ha in mano le chiavi e le risorse per governare comparti chiave come le autonomie locali e quella sanità pubblica che rappresenta il settore dove sono più evidenti, a causa del Covid, gli effetti dei tagli al personale». Da qui, concludono Pezzetta, Monticco e Menis, «l’esigenza di un radicale cambio di rotta che dal livello regionale coinvolga tutte le Aziende sanitarie, per dare il via a una politica fatta di concorsi, assunzioni stabili e strategie formative volte a un rafforzamento strutturale del personale sia negli ospedali che nei presidi territoriali e nei dipartimenti di prevenzione».