Scuola, no alle ingerenze della politica: i sindacati dal Prefetto di Trieste

Garantire il pluralismo. Difendere le prerogative
professionali degli insegnanti e di tutti i lavoratori della scuola. Tutelare le
libertà fondamentali alla base della nostra democrazia costituzionale. Rivendicare
l’istituzione di un organismo indipendente con il compito di valutare il
corretto esercizio della libertà di insegnamento e di tutelare l’autonomia
professionale individuale e collegiale. Affermare i valori che devono essere
gelosamente custoditi e difesi dalla nostra Scuola in tutto il Paese: sono
queste le richieste al centro della campagna di mobilitazione avviata dai
sindacati della scuola dopo il caso che ha coinvolto l’insegnante palermitana
Rosa Maria Dell’Aria, sospesa in seguito alla presentazione, da parte dei suoi
studenti, di un lavoro che tracciava un parallelo tra le leggi razziali del
1938 e il decreto sicurezza del ministro Salvini.
Gli hashtag della campagna, #liberidinsegnare e #liberidimparare,
possono essere condivisi e rilanciati da insegnanti, studenti, cittadini per
raccontare le proprie esperienze e per ribadire l’importanza di un’istruzione
senza censure e condizionamenti. Questi i valori al centro del documento che i
segreteria regionali di Flc-Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals e Gilda consegneranno
venerdì 24 maggio al prefetto di Trieste, nel corso di un incontro previsto
nella tardfa mattinata e preceduto da una conferenza stampa convocata alle
11.30 nella sede dell’istituto Carli, di via Diaz 20.
«Invitiamo tutto il personale docente, gli Ata, i dirigenti
e le Rsu – si legge in un appello unitario firmato dai segretari regionali
Adriano Zonta (Flc-Cgil), Donato Lamorte (Cisl-Scuola), Ugo Previti (Uil
Scuola), Giovanni Zanuttini (Snals) e Massimo Vascotto (Gilda) – a farsi parte
attiva per far crescere il livello complessivo di attenzione e di
consapevolezza sui temi al centro di questa campagna. In tutte le iniziative
attivate – aggiungono i segretari – proseguirà inoltre la raccolta di adesioni
all’appello contro la regionalizzazione del sistema di istruzione, possibile
anche on-line
».