Sanità sotto attacco: più chiarezza sulle risorse

Sulla reale situazione dei conti pubblici regionali sarebbe auspicabile una maggiore chiarezza nei confronti dei cittadini. Analoga trasparenza è richiesta circa l’impatto delle nuove norme sul federalismo fiscale, che sembrano colpire i settori più deboli ed esposti della società e le regioni che hanno governato con coscienza e responsabilità in questi anni. Ci chiediamo poi dove sono andate a finire le assicurazioni fatte qualche giorno fa dall’assessore regionale alle Finanze sul futuro del nostro servizio sanitario.
C’è il rischio evidente che la crisi viene usata a piene mani per attaccare il sistema sanitario pubblico, per motivare i tagli e per indebolire la protezione sociale. Bisognerebbe invece spiegare perché la riforma del nostro sistema sanitario, approvata quasi quindici anni fa, è rimasta sostanzialmente inattuata, così come non vengono applicati i criteri di riparto dei finanziamenti dei Livelli essenziali di assistenza, in base ai quali il 55% dei finanziamenti andrebbe destinato ai servizi territoriali.
La proiezione allarmistica circa l’aumento della spesa sanitaria è funzionale a ridurre il finanziamento strutturale alla sanità pubblica ed al welfare, a rendere sempre più difficile la garanzia dei livelli essenziali e ad affermare così un sistema “multipilastro”, dove il privato si affianca al pubblico nell’erogazione dei servizi, secondo criteri assicurativi, in base ai quali i livelli di assistenza e di tutela della salute sono proporzionali ai livelli di reddito di ogni cittadino.
La proposta di Patto per la Salute per gli anni 2010-2011, redatta dal ministero dell’Economia e inviata in questi giorni alle Regioni, è un’ulteriore dimostrazione di accentramento governativo, in barba alle prerogative della legislazione concorrente. Altro che Federalismo come strumento di partecipazione dal basso! La proposta del Governo parla di tagli, di ticket, prospetta riduzioni ai fondi per le persone non autosufficienti e fissa per le residenze sanitarie standard di posti letto più bassi di quelli europei.
Vengono previsti anche nuovi tagli sul personale, sulle risorse per la contrattazione integrativa e altre forme di “incursione legislativa” sulle materie di contrattazione e sull’autonomia organizzativa delle Regioni.
E le fasce sociali più colpite sono lavoratori dipendenti e pensionati, quelle che pagano maggiormente le tasse.
Sono anni che noi della Cgil rivendichiamo una rete regionale di servizi territoriali diffusa, equa ed efficace, e una valorizzazione della prevenzione per permettere una riorganizzazione graduale ed efficace della rete ospedaliera. Questo per evitare di penalizzare i cittadini riducendo i servizi e gli standard di qualità raggiunti grazie all’impegno ed alla professionalità di migliaia di operatori.
Per noi va data certezza e stabilità al sistema sanitario regionale pubblico, che non può essere soggetto ogni anno a incognite e prospettive di tagli. Va dedicata una specifica linea di investimenti e di finanziamento corrente, vincolata ai piani di riconversione della rete ospedaliera a favore dei servizi territoriali e della prevenzione (ivi compresa la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali). Questo per rendere più efficace la spesa sanitaria e ridurre sprechi e inefficienze. Sono tutti titoli, come tanti altri, sui quali esiste una proposta sindacale articolata e rispetto alla quale da mesi stiamo attendendo un confronto con l’assessorato competente.
Giuliana Pigozzo, segreteria regionale Cgil