Sanità regionale, la Cgil teme ancora una riduzione della spesa
Resta alto l’allarme della Cgil sulla possibile contrazione dell’1% nei costi del personale, che potrebbe tradursi in 300 assunzioni in meno. A ribadire di temere ancora una riduzione della spesa, è Orietta Olivo, segretaria regionale della Cgil Fp: «Malgrado le rassicurazioni della Regione, il taglio alla spesa per il personale del Ssr rimane quello previsto dalle linee guida di inizio anno. Indicazione puntualmente trasferita in questi giorni dalla direzione centrale sanità alle aziende. Nulla è stato risolto rispetto a una vicenda che rischia di pesare sugli organici con 300 assunzioni in meno».
La questione, come noto, è aperta da mesi: la giunta Fedriga ha piazzato a meno 1% il contenimento sulla spesa per il personale, un risparmio pari a circa 9,5 milioni. Un dimagrimento mai digerito dalla Cgil regionale, che non ha nemmeno accettato che il Friuli Venezia Giulia, come le altre regioni speciali che si autofinanziano la sanità, fosse escluso dai contenuti del decreto Calabria che allinea la spesa 2019 a quella del 2018. Cgil, Cisl e Uil, letti i dettagli del decreto, hanno comunque avvisato l’assessore Riccardi che «non viene escluso che, proprio in virtù della sua autonomia statutaria ed economica, il Fvg possa decidere di confermare di propria iniziativa i livelli di spesa dell’anno scorso». Olivo assieme a Andrea Traunero della Cgil Fp Fvg, afferma che il 4 luglio l’assessore Riccardi ha trasmesso ai sindacati la sua contrarietà ai tagli, assicurando che Fedriga si era impegnato con il governo per la cancellazione dei vincoli.
Ma, dice la Cgil, «non sono arrivati risultati coerenti con questi impegni, in mancanza dei quali avremmo rivendicato con forza l’esigenza di un’iniziativa autonoma da parte della Regione. Al contrario siamo informati che le aziende, per la predisposizione dei resoconti di bilancio del primo semestre, stanno ricevendo dalla direzione centrale l’input a confermare la riduzione del 1% sulla spesa 2014. Attendiamo di capire da Riccardi se intende sollecitare il governo e se accetta questo stato di cose».