Sanità, inqualificabile la campagna contro Rotelli

La campagna di una parte del centro-destra triestino contro l’Ass 1 e il suo direttore generale sta diventando sempre più sguaiata e senza esclusione di colpi. Un consigliere regionale non si perita di invitare il direttore a farsi da parte per la sua “connotazione politica”. Un altro convoca una conferenza stampa per accusare l’Ass di aver sprecato denaro pubblico per l’acquisto di una sedia e di un cestino delle immondizie piuttosto che di un altro, esibendo le fatture (avute da chi? Non mi risulta che i consiglieri regionali abbiano compiti ispettivi).
Ma ciò che è più grave ed inaccettabile è che questa campagna trovi oggettivamente sponda in atti amministrativi del tutto singolari assunti dall’amministrazione regionale. Dapprima cercando di rilevare irregolarità non attraverso l’azione dei propri strumenti di controllo, ma di un ispettore esterno (ritenuto forse più affidabile?). Poi deliberando di sottrarre il servizio del “118” alla Ass per dirottarlo all’Ospedale ed affidando le motivazioni tecniche ad un approfondimento successivo. Infine, inviando alla Corte dei Conti atti dell’Ass comunque soggetti al controllo della Regione: una specie di autodenuncia preventiva.
Mi pare che la connotazione politica di Rotelli sia nota da una trentina d’anni ed altrettanto nota la sua competenza tecnica e professionale, riconosciuta del resto perfino dal consigliere triestino che ne chiede le dimissioni. Se il problema dell’amministrazione regionale è questo, lo si dica chiaramente: almeno si saprà di cosa si parla realmente e si capirà come si intrecciano campagne politiche ed atti amministrativi. Ciò che è inqualificabile è che si mettano in discussione un’esperienza territoriale di assoluta eccellenza – riconosciuta come tale in regione e nel Paese – e la passione e la professionalità degli operatori che vi lavorano.
Ritenendo questi fatti gravissimi, i segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro all’assessore e al Presidente della Regione: da un lato per chiedere l’uso corretto degli atti amministrativi e delle modalità di controllo a beneficio della univocità e trasparenza delle scelte, chiunque esse riguardino. Dall’altro per chiedere il ripristino dei percorsi concertativi (ma, vorrei dire, anche logici): si assuma una delibera dopo – e non prima – il confronto con il Sindacato; dopo – e non prima – gli approfondimenti tecnici. Non dovrei essere io a chiederlo: dovrebbe essere del tutto naturale. Anche per l’assessore.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg