Ripresa debole: priorità a welfare e politiche industriali

«La manovra di assestamento deve essere l’occasione per incrementare gli stanziamenti sul welfare e per rilanciare gli interventi di politica industriale. È indispensabile infatti far fronte a un disagio sociale che risulta purtroppo in aumento e per sostenere una ripresa ancora troppo debole». Questo l’appello che il segretario regionale della Cgil rivolge alla Giunta regionale, anche alla luce del rapporto sull’economia del Friuli Venezia Giulia, presentato il 14 giugno dal direttore regionale della Banca d’Italia.
«Il rapporto Bankitalia – dichiara Belci – conferma che alla lieve ripresa produttiva in atto, peraltro legata interamente all’export e non ai consumi interni, non corrisponde alcun recupero dell’occupazione. Nel 2010, al contrario, il tasso di disoccupazione è salito dal 5,4 al 5,8% e la percentuale di famiglie senza lavoro al 10,8%, il tasso più alto delle regioni del Nord: risultando indebolito il tradizionale ruolo di ammortizzatore svolto dalle famiglie nei momenti di crisi, è indispensabile non solo mantenere, ma anche rafforzare la rete di protezione pubblica, sia sul versante del sostegno al reddito che su quello dell’assistenza».
Da qui la richiesta di destinare parte dell’aumento di bilancio su sanità e assistenza: «Questo – spiega Belci – con priorità ben precise: finanziare nuove assunzioni di personale infermieristico, gravemente sotto organico, potenziare l’assistenza domiciliare agli anziani e i servizi territoriali, contenere l’aumento delle rette delle case di riposo, insostenibili per un numero crescente di pensionati, migliorare l’offerta di asili nido pubblici, anche a sostegno dell’occupazione  femminile, che sta pagando un duro prezzo alla crisi».
Ma i dati di Bankitalia, secondo Belci, confermano anche l’esigenza di mettere in campo nuovi strumenti di politica industriale, per sostenere la ripresa degli investimenti e dell’occupazione. «Strumenti – spiega Belci – che andrebbero concertati con industriali, sindacati, sistema del credito, dentro un disegno complessivo che comprenda anche la riforma e il rilancio delle finanziarie pubbliche regionali. Ma su tutti questi aspetti il confronto tra Giunta e parti sociali resta purtroppo fermo al palo, e gli interventi della Regione continuano ad essere slegati da qualsiasi disegno strategico: ultimo esempio in tal senso la pessima gestione della ricapitalizzazione di Mediocredito».