Ripresa? Sì, no, forse. E l’occupazione continua a scendere

Più che una certezza, al momento, sembra sia un auspicio. E
se è vero che la parola ripresa compare con sempre maggiore frequenza e diffusione sui
giornali e nelle analisi degli addetti ai lavori, ad essa si accompagna sempre l’aggettivo timida.

Di timida ripresa, o piuttosto di fine della caduta, parla anche l’ultimo
rapporto dell’Ufficio studi della Confindustria nazionale, che prevede un terzo
trimestre 2013 in
linea con il 2012 e una lieve ripresa a partire dal quarto, dopo otto trimestri
consecutivi in negativo. Previsioni analoghe erano state formulate a livello
regionale, come ha recentemente dichiarato il presidente di Confindustria Fvg
Alessandro Calligaris. Più pessimiste le piccole imprese: il presidente
regionale di Confapi Massimo Paniccia, infatti, giudica ancora lontano il
superamento della crisi e vede diffondersi, anzi, il rischio di chiusure.
E mentre i dati sull’export regionale nel primo senmestre 2013 restano
negativi, sia pure con una flessione meno pesante di quella registrata a inizio
anno, anche i più ottimisti giudicano improbabile un miglioramento dell’andamento
occupazionale. Anche in presenza di una ripresa un po’ meno timida, questa in
sintesi l’analisi, il massimo che possiamo aspettarci è di fermare l’emorragia
di posti, non certo un recupero sul fronte delle assunzioni. E se la
disoccupazione “tecnica” resta su livelli tutto sommato contenuti, con un tasso
che nel seconto trimestre si è assestato sul 7%, il numero di occupati continua
a scendere: da un valore medio di 507mila nel 2012 siamo scesi a 501mila nel
primo trimestre 2013 e a 494mila nel secondo. Senza il paracadute degli
ammortizzatori la flessione sarebbe ancora più pesante.

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