Renzi in Friuli, ecco perché la Cgil ha declinato l’invito

La presidente della Regione mi ha cortesemente invitato, assieme agli altri attori politici e sociali, alla manifestazione organizzata in un teatro per il Presidente del Consiglio, in visita in Friuli. Mi scuso con lei, ma non sarò presente. Non tanto per il dissenso sulla legge di stabilità, del resto condiviso da molti altri soggetti al di sopra di ogni sospetto – dai giovani industriali, alla Corte dei Conti e all’Anci – che tuttavia appartiene al dibattito nazionale. Ma perché il premier, nella sua visita, presta attenzione unicamente alle imprese e agli imprenditori e non a chi alla produzione dedica la propria professionalità e il proprio impegno manuale od intellettuale.
Eppure sono spesso i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali a salvare le aziende, come hanno fatto nel caso di Electrolux e cercano di fare in quello di Ideal Standard. Oppure sono i sindacati, con un imprenditore attento alle relazioni industriali, Regione e Governo, a risolvere crisi complesse come quella della Ferriera di Trieste. Avremmo voluto incontrarlo proprio in quei luoghi, ma il premier ha fatto ormai una scelta di campo: sì a Confindustria, no al sindacato, sì all’impresa, no al lavoro, che pure dell’impresa è fattore determinante. Si ai monologhi, no ai confronti. E in assenza di interlocuzione il lavoro non ha che una strada: quello di esprimere nelle piazze, di fronte al Paese, le proprie proposte e la propria protesta.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg