Primo Maggio, difendere il lavoro per far ripartire il Paese

«È importante che Cgil, Cisl e Uil, pur mantenendo posizioni profondamente diverse su molte importanti questioni, siano insieme a celebrare il Primo Maggio, così come sono insieme nell’affrontare e cercare una via d’uscita da questa crisi». E’ quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil Vera Lamonica a Cervignano, tradizionale appuntamento per i lavoratori di Udine e della Bassa Friulana, che anche quest’anno hanno sfilato assieme ai rappresentanti della confederazione italiana agricoltori. Più numerosa rispetto agli anni scorsi la partecipazione alle manifestazioni, che in Friuli Venezia Giulia hanno visto scendere in piazza complessivamente quasi 15.000 persone.
In testa agli oltre 3.000 partecipanti al corteo di Cervignano i lavoratori e le lavoratrici della Safilo di Precenicco, uno dei due stabilimenti friulani colpiti dai tagli programmati dal gruppo veneto, che riguardano complessivamente 780 posti di lavoro. «Meno 800 lavoratori in Friuli, più 3.000 in Cina», recitava uno degli striscioni dei dipendenti Safilo, una cui rappresentante ha anche preso la parola sul palco, chiedendo al Governo e alla Regione di intensificare gli sforzi a difesa dell’occupazione e del made in Italy.
Partendo dalle emergenze della Safilo e della Caffaro di Torviscosa, Vera Lamonica ha ribadito la richiesta Cgil di raddoppiare a 104 settimane in due anni la durata massima della cassa integrazione. «Dobbiamo mettere in campo – ha dichiarato la segretaria confederale – tutti gli strumenti e le risorse finanziarie utili a salvare i posti di lavoro e il nostro patrimonio industriale, per arginare gli effetti della crisi e creare le premesse per una pronta ripresa quando questa finirà». Sempre sul versante Safilo, da registrare anche la visita di una delegazione dei sindacati dell’Alto Friuli al presidio di Martignacco, cui ha partecipato anche il segretario regionale della Cgil Franco Belci.
Venendo alle altre province, a Pordenone sono stati circa 600 i lavoratori e i pensionati che hanno partecipato al comizio in piazza Municipio e al successivo corteo fino a piazza martiri del Lavoro, concluso dalla deposizione del tradizionale omaggio floreale. Molto affollata la manifestazione di Gradisca d’Isonzo: tra i 2.500 e i 3.000 i manifestanti cha hanno assistito al comizio conclusivo del segretario nazionale Uil pensionati Romano Bellissima, per affollare poi gli stand dell’Anpi, di Emergency, Medici senza frontiere e i chioschi della “Festa etnica” organizzata dal Comune di Gradisca occasione del Primo Maggio.
Ma il corteo più numeroso, come ogni anno, è stato quello di Trieste, partito alle 9.30 da campo San Giacomo e concluso in piazza dell’Unità dal comizio del segretario provinciale della Cgil Adriano Sincovich: 8.000 i manifestanti, secondo le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil, con una grande partecipazione di precari, studenti, lavoratori della scuola, dell’università e della ricerca. Nel corteo, che ha visto una massiccia rappresentanza dei lavoratori della Stock e della Ferriera di Servola, hanno sfilato anche le bandiere del movimento No Tav.