Politiche anticrisi, entro ottobre la piattaforma Cgil-Cisl-Uil Fvg

Sarà presentato entro la fine di ottobre il documento unitario sulle politiche anticrisi di Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia. Ad annunciarlo il segretario regionale della Cgil Franco Belci, nel corso del direttivo regionale della confederazione, convocato questa mattina a Udine alla presenza della segretaria confederale Susanna Camusso.
«Il documento – ha detto Belci – nasce dalla consapevolezza comune che per uscire dalla crisi servono politiche industriali capaci di restituire competitività alle nostre imprese. Questo, ovviamente, mantenendo il sostegno agli ammortizzatori sociali, indispensabile per contenere le ricadute della crisi sull’occupazione. Su questi temi Cgil, Cisl e Uil del Fvg esprimeranno un punto di vista unitario, sulla base del quale intendono proseguire il confronto con la Giunta e con le forze imprenditoriali».
Fronte sindacale compatto anche sul tema delle aperture domenicali. Belci, infatti, ha ribadito la totale contrarietà della Cgil all’innalzamento del tetto sulle aperture festive. «Se si rimette mano alle 29 domeniche – ha dichiarato –, bisognerà ridiscutere l’intero impianto della legge. L’attuale maggioranza aveva preso degli impegni precisi nei confronti degli elettori, che avevano trovato una risposta nella legge Ciriani. Se non si sente più vincolata a quelli impegni, i sindacati si comporteranno di conseguenza, pronti a mobilitarci come avevamo fatto contro la Giunta Illy ».
Tra i temi toccati dal segretario regionale anche quello della guerra di campanili che sta animando il dibattito sulla sanità regionale: «Le polemiche di questi giorni – ha dichiarato Belci – sono il frutto della mancanza di programmazione, emersa in modo evidente con l’approvazione del Piano socio-sanitario triennale. La Giunta naviga a vista, incapace di tenere in mano le file del sistema e di coniugare ospedale e territorio. Ecco perché chiediamo all’assessore di mettere in campo una proposta complessiva, basata non solo sulla logica dei tagli, ma su una vera programmazione. E sulla consapevolezza che le eccellenze non sono proprietà di un singolo territorio, ma un patrimonio di tutto il servizio sanitario regionale».