Piano sanitario, Cgil delusa dal confronto con la Giunta

Nessuna novità positiva dall’ultimo incontro sul piano sanitario tra i sindacati e agli assessori alla Salute e al Personale. «Nulla cambia sia riguardo alla dotazione finanziaria sia sul personale – dichiara Giuliana Pigozzo, responsabile welfare della segreteria regionale Cgil – e in questa situazione ogni progetto di piano resta un documento vuoto».
Il giudizio della Cgil resta pertanto profondamente negativo: «Il taglio della spesa sanitaria, con un tetto di crescita fissato all’1,76%, contro il 4,5% degli anni scorsi, pone una pesante ipoteca sul mantenimento del livello di qualità raggiunto dal nostro sistema, sui livelli essenziali di assistenza e sugli obiettivi da realizzare». Un sottofinanziamento che secondo la Cgil non è legato soltanto alla crisi: «La percentuale di spesa sanitarie e sociale è prima di tutto una scelta politica: se la preoccupazione fosse davvero l’utilizzo oculato delle risorse, si sarebbe deciso di mantenere la centrale operativa del 118 all’interno dell’Azienda sanitaria, in quanto la centrale unica ha un costo decisamente superiore, oltre a non garantire la stessa qualità del servizio». Il rischio concreto è quello di «indebolire il servizio pubblico, abbassare i livelli di assistenza e avviare un percorso silenzioso verso forme di privatizzazione del sistema».
Riorganizzazione e riqualificazione della rete ospedaliera, potenziamento dei servizi territoriali (residenziali, semiresidenziali e domiciliari in particolare), criteri più rigorosi di accreditamento dei privati, rafforzamento della prevenzione e integrazione tra servizi sociali e sanitari. Questi, secondo la Cgil ,  gli obiettivi prioritari che dovrebbe porsi il nuovo piano. «Non solo – conclude la Pigozzo – per favorire la crescita qualitativa del servizio socio-sanitario, ma anche per consentire un miglior governo della spesa nel tempo».