Otto marzo, al centro delle iniziative anche i 40 anni della legge 194
C’è una ricorrenza importante, quest’anno, che contribuisce a riempire di significati l’8 marzo. In occasione della Festa internazionale della donna, infatti, si celebra anche il 40° anniversario della legge 194, che ha introdotto nel nostro Paese l’interruzione volontaria di gravidanza, segnando un grande passo avanti nella lotta per i diritti e l’autodeterminazione della donna. «Ma a quarant’anni dalla sua approvazione – denuncia Orietta Olivo, responsabile welfare e pari opportunità della segreteria regionale Cgil – si tratta purtroppo di una legge ancora attuata a metà, a causa delle carenze sul fronte della prevenzione e delle percentuali troppo elevate di obiezione tra i medici, che in alcuni territori limitano pesantemente la libera scelta delle donne in materia di aborto».
La realtà del Friuli Venezia Giulia, sotto questo profilo, è meno allarmante rispetto ai dati nazionali, ma vede comunque elevate percentuali di obiezione. «Fra i medici – rileva Olivo citando i dati del 2016 – siamo a una media del 50% con punte del 67% in nell’azienda ospedaliero-universitaria di Udine, fra gli anestesisti al 23% con punte del 38% in Azienda 3 (Alto Friuli), fra le professioni sanitarie la media è del 28%, con punte del 43% in Azienda 5 (Basso Friuli e Isontino). Numeri piuttosto alti, ma non tali da compromettere la gestione generale dell’interruzione volontaria di gravidanza in regione».
Tra le criticità la bassa percentuale di ricorso all’aborto farmacologico. Le interruzioni di gravidanza praticate con il ricorso alla pillola Ru486, infatti sono di poco superiori al 10%, nonostante la pillola abortiva sia stata introdotta in Italia da ben 9 anni. «Non si comprendono le ragioni di cifre così basse – prosegue Olivo – dal momento che l’aborto farmacologico risulta molto più semplice e nel 95% dei casi non è accompagnato da alcun intervento chirurgico». Da qui la richiesta di una delibera regionale, sul modello di quelle già approvate in Toscana, Lazio ed Emilia, per consentire la somministrazione della Ru486 in regime di ambulatorio o day hospital. Questo per favorire la piena applicazione alla legge 194, che all’articolo 15 raccomanda «la promozione delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose».
Al centro delle iniziative regionali e locali per l’8 marzo anche i grandi temi dei diritti del lavoro. Naturalmente visti in ottica femminile. Se ne parlerà la mattina del 13 marzo a Udine, con inizio alle 9 nella sede provinciale di via Bassi 36, dove la Cgil Fvg organizza un’iniziativa dal titolo Donne, diritti e Costituzione. Nell’occasione verrà proiettato e commentato il documentario “Paura non abbiamo”, che racconta la storia di due operaie emiliane della Ducati arrestate, nel 1955, per aver distribuito mimose fuori dalla fabbrica. Interverranno la consigliera regionale di parità Roberta Nunin, Orietta Olivo e Michela Martin, della segreteria provinciale della Cgil Udine.