Migranti, la Cgil dice no al “modello” Fedriga
«Trattenere stranieri richiedenti asilo in regime di detenzione o semidetenzione sarebbe una scelta contraria ai principi di umanità, di dubbia legittimità sotto il profilo giuridico oltre che di difficile gestione dal punto di vista pratico, anche con riferimento alle giuste istanze di sicurezza dei cittadini. Meglio lavorare per migliorare la gestione di quel sistema di accoglienza diffusa che sembra l’unica strada, specie se sarà supportata da una maggiore presa di responsabilità da parte dell’Europa, per gestire i flussi di profughi e immigrati limitandone e distribuendone l’impatto sul territorio». Questa la nuova presa di posizione della Cgil sul tema immigrazione, dopo che il presidente Massimiliano Fedriga ha manifestato al Governo la disponibilità della Regione a ospitare diversi centri di espulsione, auspicando nel contempo l’abbandono dell’attuale sistema di accoglienza diffusa. A ribadire il no della Cgil a un modello basato su strutture di tipo detentivo è il segretario regionale Villiam Pezzetta, convinto che «una soluzione come quella prospettata da Fedriga, in piena linea con la linea espressa dal ministro dell’Interno, risponda più a esigenze di propaganda che alla definizione di un modello di accoglienza gestibile e attuabile sia dal punto di vista giuridico che da quello pratico ed economico».
Pezzetta, infine, esprime la preoccupazione della Cgil «per il continuo susseguirsi, a livello nazionale ma anche regionale e locale, di esternazioni, annunci e fatti, dalla vicenda Aquarius alla schedatura dei Rom, che stanno conferendo all’azione del Governo, della Regione e di molte amministrazioni locali un’impronta di segno totalmente opposto a quei valori che hanno sempre guidato l’impegno e le battaglie della Cgil».