Licenziamenti, senza proroga a rischio migliaia di posti anche in Fvg
Sono almeno 2.500, ma potrebbero quasi raddoppiare nello scenario più negativo, i posti a rischio nel manifatturiero del Friuli Venezia Giulia in mancanza di una proroga degli ammortizzatori e del blocco dei licenziamenti oltre al 30 giugno. E contraccolpi ben più pesanti, con una forbice stimata tra 5mila e 10mila ulteriori posti a rischio, si avrebbero nel terziario, il settore più esposto alla crisi, in particolare nell’ambito del turismo e del commercio, se non potessero contare sulle ulteriori 28 settimane di ammortizzatori confermate invece dal decreto. Le stime sono della Cgil Friuli Venezia Giulia, diffuse oggi dal segretario regionale Villiam Pezzetta, che esprime tutta la delusione del sindacato per un provvedimento che «disattende in pieno – spiega – le richieste avanzate al tavolo da Cgil, Cisl e Uil e che risulta nettamente sbilanciato sulle posizioni espresse dal mondo imprenditoriale».
«Quella che stiamo vivendo – spiega Pezzetta – è una situazione che fa sì finalmente intravedere dei forti segnali di fiducia per quanto riguarda l’andamento dei contagi, ma ancora fortemente condizionata dall’evoluzione dello scenario e incerta nelle prospettive di ripresa, anche per i settori che fin qui hanno retto meglio, come buona parte del manifatturiero. Tante le variabili da considerare, non ultime le tensioni sui costi delle materie prime e dei componenti che stanno segnando l’attuale fase, e troppe le incertezze che ancora gravano sulle prospettive di ripresa dei settori finora più penalizzati, come il commercio e il turismo. Se questi ultimi potranno giustamente contare su ulteriori 28 settimane di ammortizzatori, e sulla proroga a fine anno del blocco e dei licenziamenti, appare azzardato e ingiustificato negare tale proroga al manifatturiero, che a partire da luglio si troverà senza coperture. Scelta sconcertante, questa, anche alla luce degli ingenti sostegni garantiti alle imprese, almeno 40 miliardi tra ristori e altre misure, senza considerare il credito agevolato».
Quello che viene meno, secondo Pezzetta, è «il vincolo tra le misure di sostegno all’impresa e la necessità prioritaria di difendere i posti di lavoro, con il rischio che il peso della crisi si scarichi tutto sulle spalle dei lavoratori». Fuori luogo inoltre, per il segretario della Cgil, le argomentazioni di chi sostiene che il blocco sarebbe un freno alla ripresa dei contratti a termine: «Dietro a ragionamenti di questo tipo, piuttosto, c’è una strategia volta a utilizzare la crisi per precarizzare ulteriormente un mondo del lavoro già fortemente caratterizzato dalla presenza di contratti a tempo e atipici. La causale Covid, in realtà, ha garantito alle imprese il ricorso a costo zero agli ammortizzatori, per cui hanno avuto tutta la flessibilità necessaria a gestire i contraccolpi della pandemia. Siamo perfettamente d’accordo nella necessità di sostenere chi fa impresa e dà lavoro in una fase tremenda come questa, ma questo deve continuare sulla base di un patto per l’occupazione che non può venire meno. La proroga degli ammortizzatori e del blocco è una condizione indispensabile per traghettare tutti i settori, senza discriminazioni, verso la riforma degli ammortizzatori e verso una fase che, anche grazie al Recovery Plan, potrà vedere l’avvio di un vero processo di ripresa».