La green economy e le energie rinnovabili motore della ripresa

La green-economy e le fonti rinnovabili come motore della ripresa e opportunità per il contenimento della bolletta energetica in Friuli Venezia Giulia. È la proposta lanciata dalla Cgil regionale alla Giunta e alle forze imprenditoriali, nel corso di un convegno tenutosi a Udine su iniziativa della Filctem, la categoria che rappresenta i lavoratori del settore energetico, della chimica e del tessile.
«La Cgil – ha dichiarato il segretario regionale Franco Belci – crede fortemente a grande un piano di investimento sulle rinnovabili, con il contributo delle università e dei centri di ricerca. Ci sono infatti ampi margini di sviluppo soprattutto per il fotovoltaico, la cui crescita viaggia a ritmi inferiori rispetto alla media nazionale: nel 2009 il +125%, contro una media italiana del 165%. Noi crediamo che sia indispensabile sostenere gli investimenti su tutta la filiera della green-economy, lanciando un grande progetto che coinvolga anche  le università e i centri di ricerca».
Di fronte a una platea composta anche da numerosi esponenti delle istituzioni, delle multiutility regionali e del mondo imprenditoriale (l’assessore regionale alle Attività produttive Luca Ciriani, i sindaci di Udine e Monfalcone Furio Honsell e Gianfranco Pizzolitto, l’amministratore delegato di Acegas Cesare Pillon, il direttore del personale di Ansaldo Sistemi Industriali Sergio Canavero, la portavoce di Terna in Fvg Valeria Peverelli, Lorenzo Stradoni per A2A, l’ex presidente di Assindustria Udine Giovanni Fantoni), Belci ha inoltre espresso la contrarietà della Cgil all’opzione nucleare. A ribadirla, con il segretario nazionale della Filctem Alberto Morselli, anche il segretario regionale Giovanni Comparone: «Convinti che il territorio della nostra regione non sia idoneo per il nucleare – dichiara –  chiediamo che l’argomento sia messo all’ordine del giorno del Consiglio regionale, affinché tutte le forze politiche si pronuncino escludendo definitivamente la possibilità di localizzare centrali o siti per lo stoccaggio delle scorie in Friuli Venezia Giulia». Fermo il no della Cgil anche al ventilato sostegno della Regione al raddoppio della centrale slovena di Krsko.
La Cgil suggerisce altre strade per ridurre una bolletta energetica che vede il Fvg ai vertici delle classifiche nazionali per consumo pro-capite. «Su tutti – dichiara il segretario regionale della Filctem Giovanni Comparone – l’efficientamento di tutta la filiera elettrica, anche attraverso le nuove tecnologie pulite disponibili per le centrali a carbone, la riduzione degli sprechi e la diffusione delle fonti rinnovabili, fermo restando che la loro produzione non può sostituire, ma solo integrare, quella garantita dalle centrali di base».
Altra priorità la diversificazione delle fonti, anche attraverso la costruzione di un terminal per la rigassificazione: «Ma sul progetto Gas Natural – precisano Comparone e Belci – c’è bisogno di maggiore chiarezza da parte di Governo, Regione e Comune di Trieste. Questo per fornire alle popolazioni interessate ogni garanzia su sicurezza e impatto ambientale, ponendo fine a una telenovela che dura da quattro anni». Quanto al potenziamento e alla sicurezza della rete di trasporto dell’energia, infine, per Comparone «le attuali strozzature devono essere eliminate, individuando tracciati a ridotto impatto ambientale e prevedendo sempre il coinvolgimento delle comunità interessate, attraverso l’adozione di Agenda 21». Discorso a parte per le linee private: con l’obiettivo di evitarne una eccessiva proliferazione, Cgil e Filctem chiedono a Regione ed enti locali di premere per soluzioni consortili, e di vincolare i titolari degli impianti ad immettere nella rete di trasmissione nazionale una quota consistente di energia a prezzo di acquisto». Tutti punti, questi, dalle fonti rinnovabili alle reti, che per la Cgil dovranno essere parte integrante di un nuovo piano energetico e ambientale, che aggiorni quello approvato dalla precedente Giunta nel 2007.