La buona scuola che non c’è: ancora tagli ai docenti

Da un lato un disegno di legge fortemente contestato dai sindacati, che
hanno già proclamato uno sciopero unitario per il 5 maggio, dall’altro
la preoccupazione per gli ulteriori tagli in vista sugli organici di
diritto. Sui quali la prospettiva, in Fvg, è già di 67 posti in meno, a
dispetto degli obiettivi di stabilizzazione dei docenti e di
potenziamento dell’offerta formativa previsti dallo stesso ddl del
Governo, attualmente al vaglio della Camera. Questi i due grandi temi al
centro del confronto tra i parlamentari del Fvg e le segreterie
regionali di Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals Confsal e Gilda-Unams,
tenutosi questa mattina all’istituto Malignani di Udine.
All’appello
dei sindacati hanno risposto cinque deputati: Tamara Blazina e Gianna
Malisani, entrambe della Commissione Cultura e Istruzione, oltre a
Serena Pellegrino, Walter Rizzetto e Giorgio Zanin. Cgil, Cisl, Uil,
Snals e Gilda hanno espresso le proprie preoccupazioni non soltanto sui
contenuti del disegno di legge, ma anche sulle ultime novità in materia
di organico di fatto. In base a quanto anticipato dall’ufficio
scolastico regionale, infatti, questo scenderà di 21 docenti nella
scuola primaria, nonostante un lieve aumento delle iscrizioni, e di ben
46 nelle scuole medie inferiori, a fronte di una minima contrazione
delle iscrizioni. «Scelte in aperta e stridente contraddizione – hanno
detto i sindacati – rispetto agli obiettivi programmatici del ddl “Buona
scuola” come l’estensione del tempo pieno e la riduzione delle classi
sovraffollate».
Forti critiche anche sulla prospettiva di un ddl
blindato, per accorciare i tempi del dibattito parlamentare. Una scelta,
questa, duramente criticata dai sindacati, pronti a ulteriori
mobilitazioni dopo lo sciopero del 5 maggio se il Governo proseguirà
nella scelta di procedere a tappe forzate verso l’approvazione del
disegno di legge: «Le uniche urgenze – denunciano i sindacati regionali –
sono la stabilizzazione dei precari e il rafforzamento degli organici,
sui quali avevamo chiesto un percorso privilegiato con decreto, negato
invece dal Governo, e ovviamente il rinnovo dei contratti, fermi al
2009».