La Cgil rinnova i vertici: tocca a Camere del lavoro e categorie

A pochi giorni dall’arrivo a Pordenone
e Udine di Susanna Camusso, alla sua ultima visita nella nostra regione
da segretaria generale, la Cgil del Friuli Venezia Giulia ha imboccato
la tornata finale del suo percorso congressuale. Un percorso che, prima
di arrivare al rinnovo dei vertici delle categorie e delle strutture
confederali, ha coinvolto 19mila iscritti, quasi il 20%, attraverso 820
assemblee organizzate nelle fabbriche, negli uffici e sul territorio
dalla leghe dei pensionati.
LE
CAMERE DEL LAVORO
. Camusso, come già annunciato, sarà a Pordenone
(Villaggio del Fanciullo) giovedì 25 ottobre, nella giornata iniziale
del congresso provinciale, per poi salire venerdì 26 a Tricesimo (Hotel
Belvedere), a concludere i lavori del congresso della Cgil Udine. Si
sono riuniti tra ieri e oggi, invece, i delegati delle Camere del lavoro
di Trieste e Gorizia, che hanno votato per la conferma dei segretari
uscenti, rispettivamente Michele Piga e Thomas Casotto. «Due conferme –
rimarca il numero uno della Cgil Fvg Villiam Pezzetta – che sono
espressione, anche nei numeri, della compattezza dell’organizzazione e
della bontà del lavoro svolto negli ultimi quattro anni nei rispettivi
territori, entrambi alla presa con crisi gravi crisi da gestire come
quelle di Eaton e Pasta Zara, sfide impegnative come quelle sul futuro
della Ferriera di Servola e della Burgo, vertenze cruciali come quella
sugli appalti Fincantieri. Da questo congresso, in entrambi i territori,
deve uscire una Cgil più forte, capace di essere un attore protagonista
su questi e su altri terreni, come la partita sul porto e sulla
logistica e una nuova riforma della sanità che sta già determinando
forti fibrillazioni, in particolare nel territorio isontino».
LE
CATEGORIE.
Come le Camere del lavoro, anche le categorie regionali
hanno incominciato i propri congressi, dopo la conclusione dei rispettivi congressi provinciali: ai seguenti link i nuovi segretari generali di categoria, provincia per provincia: Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine). Giovedì è toccato alla Fillea
(edilizia e legno) e alla Fisac (banche e assicurazioni). A guidare la
prima sarà ancora il confermato Emiliano Giareghi, mentre la Fisac ha
una nuova segretaria regionale: si tratta della triestina Elisabetta
Faidutti
, che sostituisce Mattia Grion, giunto al limite statutario dei
due mandati. I prossimi appuntamenti riguarderanno la Flc (scuola)
lunedì 22, i meccanici della Fiom martedì 23, mercoledì 24 Funzione
pubblica, Filt (trasporti) e Filctem (chimica e utility), lunedì 29 la
Filcams (commercio e terziario) e per ultimi, martedì 30, i pensionati
dello Spi.
IL CONGRESSO REGIONALE
L’ultima tappa, prima dell’approdo alla fase nazionale, sarà il
congresso della Cgil regionale, in programma l’8 e il 9 novembre nella
sala del centro Balducci di Zugliano (Udine), stessa sede del precedente
congresso, tenutosi nel 2014. «Torneremo al centro Balducci, luogo che
da sempre è simbolo delle politiche per l’accoglienza e l’integrazione
in Friuli Venezia Giulia, un tema che vede da sempre in prima linea il
nostro sindacato e che è stato fortemente al centro del dibattito
congressuale», sottolinea Pezzetta.
MONFALCONE,
SOS SCUOLA
Un altro segnale sul tema dell’integrazione arriva dalla
Flc, che come sede del suo congresso regionale ha scelto Monfalcone,
dove lunedì, in concomitanza con i lavori, il sindacato scuola della
Cgil terrà anche un sit-in, per rilanciare, assieme alle altre
associazioni aderenti alla neocostituita rete Saltamuri, la protesta
contro l’introduzione del tetto agli stranieri nelle scuole comunali
dell’infanzia, decisa quest’estate dal sindaco Anna Cisint. La
manifestazione si terrà in piazza Repubblica, davanti al municipio,
dalle 12 alle 12.30. «Un’iniziativa – spiega il segretario regionale
della Flc Adriano Zonta – che abbiamo fortemente voluto per denunciare,
assieme agli altri pressanti problemi della scuola regionale, come le
cattedre vuote, la mancanza di direttori scolastici, di responsabili
amministrativi e di bidelli, anche una politica di esclusione su base
etnica che ha fatto purtroppo di Monfalcone un caso nazionale».