Fondo pensione Fvg, perché la Cgil è fuori dal comitato

La Cgil Fvg non è entrata nel comitato che ha promosso il Fondo pensionistico complementare della Regione per una serie di motivi di metodo e merito.
Innanzitutto ci riteniamo impegnati a sostenere i fondi cosiddetti “chiusi”, che hanno natura contrattuale, gestione diretta da parte dei sottoscrittori (sindacati e datori di lavoro) e che, essendo strutturati a livello nazionale, formano una massa critica certamente non raggiungibile da iniziative regionali. Il fondo regionale ha invece le caratteristiche e le modalità di gestione dei fondi assicurativi e una platea ridotta.
In secondo luogo le simulazioni sulla base delle quali è nata l’iniziativa ci sembrano eccessivamente ottimistiche. A nostro giudizio non tengono conto infatti del calo delle risorse dei lavoratori dovuto alla crisi: licenziati e cassintegrati avranno molte difficoltà ad investire e i precari, con stipendi medi inferiori agli 800 euro, altrettanto: non sarebbe stato meglio investire di più sui percorsi di stabilizzazione? È lecito chiedersi inoltre cosa succederebbe se non fossero raggiunti gli obiettivi. La Regione metterebbe fondi propri oltre agli 1,6 milioni già destinati?
Quanto alle scelte politiche  è poi certamente condivisibile che si decida di investire sul territorio parte delle risorse raccolte dal fondo. Non dobbiamo dimenticare però che quegli investimenti devono portare rendimenti adeguati alle aspettative dei lavoratori. Dunque, senza alcuna demonizzazione, crediamo che la Regione debba farsi garante del rischio impegnandosi a farvi fronte in ogni caso con fondi propri.
Troviamo sconcertante infine che si pensi di affidare il problema della non autosufficienza a un’assicurazione individuale compresa nel fondo. Si tratta infatti di una questione sociale che investe l’individuo ma anche la famiglia e non può essere legato alla capacità contributiva del singolo. Forse i proponenti ignorano che la media delle pensioni in Regione ammonta a 800 euro. Chiediamo perciò fin d’ora che con la legge di assestamento vengano aumentate le dotazioni del fondo per la non autosufficienza.