Finanziaria Fvg, dirottare sul welfare i fondi della sicurezza

I primi effetti della crisi e i segnali negativi che si susseguono richiedono un forte coordinamento delle politiche industriali, di quelle del lavoro e del welfare: è insomma necessario attivare anche in regione una vera e propria politica dei redditi.
La maggioranza regionale sembra invece pensare ad altro. Da un lato si preoccupa di fissare requisiti sulla residenza per rendere più difficile l’accesso al welfare a quegli stessi lavoratori stranieri ai quali si chiede di supplire alle carenze del servizio sanitario regionale (si pensi alle migliaia di badanti straniere); e per farlo, tra l’altro, non si esita a colpire anche i cittadini italiani di altre regioni, ponendo un serio problema di legittimità costituzionale. Dall’altro si investono ben 16 milioni per la presunta “emergenza sicurezza”, tema con tutta evidenza ideologico, propagandistico e sfasato rispetto alle reali esigenze della società e dell’economia regionale.
Lavoro e welfare diventano per noi strumenti cruciali: attendiamo dunque il confronto con gli assessori competenti per valutare nel merito le politiche della Giunta. Sul primo versante, quello del lavoro, si tratterà di decidere dove e come impiegare l’annunciato incremento di risorse. Per quanto riguarda la sanità e il sociale, invece, abbiamo già espresso la nostra contrarietà un’impostazione del bilancio esclusivamente contabile come quella delineata dall’assessore Kosic, perché il welfare può costituire, in questa fase, uno strumento importante di sostegno a salari e pensioni. Condividiamo in quest’ottica l’attivazione della carta famiglia, ma servono maggiori risorse per aumentare i posti negli asili nido, sostenendo in questo modo l’occupazione femminile e la natalità, per abbattere le rette degli asili stessi e delle case di riposo. Serve un maggiore impegno sia nella lotta alla povertà e al disagio sociale,  sia nei confronti delle persone non autosufficienti, soprattutto se il Governo confermerà i tagli della finanziaria allo specifico fondo nazionale.
Per quanto ci riguarda proponiamo di dirottare su altri capitoli i 16 milioni stanziati sulla sicurezza. Altre sono le priorità d’intervento, su tutte la tutela del  lavoro e del potere d’acquisto di salari e pensioni. Oppure, se la sicurezza rappresenta davvero una scelta irrinunciabile, si ricorra all’indebitamento, senza pregiudicare interventi che in questa cruciale fase economica appaiono ben più importanti.

FRANCO BELCI, segretario generale Cgil Fvg